Figli degeneri del Midwest più cafone e incarognito, i Big’n tornano dagli inferi in cui erano sprofondati più di dieci anni fa. La band nacque infatti nei primi anni novanta, e dopo una serie infinita di 7” pubblicò un paio di full-lenght con la label Skin Graft per poi sciogliersi nel 1998. Era tanta quindi la curiosità, da parte mia, di ascoltare il ritorno (sotto forma di un EP 10”) di una delle più furiose ed oltranziste bands partorite dalla scuola noise americana di quegli anni. Bisogna quindi dire che nulla è cambiato (e meno male) nel sound dei Big’n: i nostri si rifanno, infatti, alla scuola di etichette come la Amphetamine Reptile e di gruppi come Cows, Unsane, Shellac e compagnia bella: noise rock potente, squadrato e dissonante, dove la melodia è una chimera ed il blues un pretesto per vomitare tutto il disagio e la disperazione accumulati in questi anni di oblio. La voce spazia da urla selvagge a rantoli maligni, con un approccio figlio dell’hardcore più estremo di metà anni ottanta; le chitarre fanno muro, costruendo un rifferama denso e claustrofobico, dall’impatto devastante. È musica, questa, che non concede nulla alla solarità, un attacco minaccioso portato avanti con rigore e determinazione: in poco più di dodici minuti è tutto finito, ma la sensazione di aver ritrovato un buon gruppo è ben presente.