C’è chi la lentezza la apprezza, chi è figlio dei tempi attuali e si crogiola nella frenesia della post-modernità, c’è chi nel bene o nel male in questi tempi deve viverci e non appena trova un ritaglio di tempo si dedica a rituali avvolti dalla calma, che sia il tè delle cinque o dieci minuti di riposo sul letto con lo stereo a palla. Non sono per tutti i Ka mate Ka ora, trio pistoiese dei fratelli Venturini, per questo le opinioni su di loro sono discordanti e l’unica parte che accomuna tutte le recensioni è “non è musica facile, è un disco pesante”. Il primo ascolto del loro lp d’esordio, Entertainment in slow motion, è stato in macchina, durante un viaggio di una cinquantina di km, nel sedile posteriore appoggiato al finestrino a guardare il tramonto toscano con il mio lettore cd d’annata. Mi sono addormentato alla prima canzone e svegliato alla sesta, con una vaga sensazione di essere rimasto ad ascoltare sempre la stessa. Non è una cattiveria, è un dato di fatto: la formula delle sonorità shoegaze, del basso che delinea i contorni di una forma ormai travalicata dalle chitarre debordanti e la lentezza strutturale di cui sopra si ripete per buona parte del disco. Il secondo ascolto è finito da pochi minuti, il terzo sta per ricominciare, appena prima di scrivere questo pezzo. E inaspettatamente mi ha convinto. Nella sua interezza e nella sua integrità. Nell’essere spudoratamente lento, in quell’atmosfera dove sembra che niente cambi ma invece con i tempi giusti si delineano umori, passioni, solitudini, rivoluzioni, martirii. E’ la morte, è la vita, dicono dal canto loro. E così è: la monotonia può essere una rappresentazione efficace dell’esistenza umana, i colpi deflagranti di chitarra le morti di piccole parti di sé. Ok, può non essere un’opera originalissima, può ripercorrere i Low e i Jesus and Mary Chain con meno feedback e distorsioni. Però quando meno te l’aspetti infilano una dietro l’altra una cover dei Baby Blue (Suga, con Maddaleno e Altavilla presenti al solo e alla voce), una ballata solo al piano, cioè The lowering sun.. e l’infinita As a night without moon, dal ritmo decrescente fino all’esaurimento spontaneo. Segni di vita apprezzabili, conferma piena.