Justin Velor debutta con un full lenght prodotto insieme a Graham Massey degli 808 State e Jez Williams dei Doves, mettendo insieme una serie di collaboratori tra i quali Gerry Love dei Teenage Fanclub, Lee E John noto come frontman di una band disco-soul notissima negli anni Ottanta, ovvero gli Imagination e infine Chris Geddes tastierista e membro storico dei Belle & Sebastian. 2013 contiene tredici tracce prevalentemente strumentali ispirate ad un’immaginario cinematico che con una certa disinvoltura oscilla tra il kraut rock più elettrico, soundscapes sintetici e una buona parte della tracklist trainata da un’incalzante via di mezzo tra il John Carpenter di Escape from New York e una marcata tendenza italo-disco. Diversamente dal mondo immaginifico e “romantico” di Kavinsky, quello di Justin Velor preferisce colori più oscuri e una generale via di mezzo tra groove e tentazioni apocalittiche, innestando alcuni elementi di psichedelia elettrica che oltre a tradire la provenienza Mancuniana, spostano talvolta l’asse verso un tenue ricordo di quel mostro sonoro inventato dai Primal Scream primi ’90 (una per tutte, l’house “suonata” di Relance). È una questione di sfumature superficiali perchè la senzazione è che il tutto non si amalgami così bene e che rimanga un abbozzo di idee talvolta stimolanti, più spesso non troppo chiare nella direzione da imboccare; 2013 non aggiunge certo qualcosa di nuovo al mondo combinatorio e ricco di inventiva che gravita intorno a Vincent Belorgey o etichette come la Record Makers. Back to the source, l’episodio che vede ospite la voce dell’inconfondibile Lee E John, rende bene l’idea di questo intermondo che sta in equilibrio tra nostalgia, ammiccamenti dancefloor, la Wave dei primi Yazoo e lo spleen dronico di una colonna sonora appartenuta ad un passato parallelo.