Sottomarino. Tribale. Spiritico. Questi i primi tre aggettivi che vengono alla mente durante l’ascolto dei primi due minuti di Juno, opera dei catalani Lasers, pronipoti degli esploratori bianchi, da Livingstone a Paul Simon, che andarono alla ricerca dell’anima selvaggia delle popolazioni non occidentali per carpirne l’essenza. Ovviamente la musica nera ne esce modellata dai conquistadores, in un trionfo spesso asettico ma dall’anima sognante, che trasmette la sensazione di vivere nello spazio siderale oppure in civiltà futuristiche di un’umanità 2.0 che convive in pace. I Lasers suonano il krautrock dell’età contemporanea o futura, che non si accosta come timbri alla festosità dei Vampire Weekend, o all’oscurità di Eno e Byrne (i soliti citati in queste occasioni). Lasciano che la musica viaggi fuori dai controlli delle rigidità melodiche, sommando o sottraendo pattern, e trasportano il viaggiatore sulla solita linea battuta dai Neu!. L’elettronica che viene usata si mescola a molte percussioni classiche, tarate per non sovrastare il tutto; a sorreggere ci pensa il basso e i bassi, in un 4/4 che rispecchia le origini europee della trasferta etnica. L’ascolto ripetuto è consigliato, per immedesimarsi nei mantra ciclici, che se non avranno una funzione scientifica, sicuramente danno cibo per lo spirito. Immaginifico e niente affatto classico. Un’ultima nota. La prima ricostruzione visiva che ho avuto in mente con questo disco è già stata prodotta, commerciata e venduta in milioni di copie, il decimo capitolo di Final Fantasy, un opera che anche nei suoi precedenti e successivi episodi mette in comune sacro e profano, religione e oscurità, e appunto tradizione e futuro.
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Tracklist
Juno | Space Dust | Mountains | Solar System | Out Of Phase | Before I Fall | Awake | Tech Noir [/box]