Il 31 maggio 2011 la direzione di Muv Festival (Gianluca Lucente e Luana Stamerra) diffonde un comunicato stampa dove si annuncia l’impossibilità di far partire alla Limonaia di Villa Strozzi la kermesse di musica elettronica e arti digitali giunta alla sua settima edizione. Una decisione, si legge nel comunicato, “presa in seguito alla comunicazione da parte dell’amministrazione comunale che nega il permesso al suo regolare svolgimento nella location sopraindicata per motivi legati alla mancanza di un collaudo della struttura“; collaudo che in verità si riferisce ad un documento di certificazione che dimostri l’idoneità dei locali della Limonaia in materia di sicurezza sismica; per Palazzo Vecchio la documentazione presentata da Muv non sarebbe completa, e per questo motivo ha negato l’utilizzo degli spazi. Il botta e risposta tra gli organizzatori del festival e Giuliano Da Empoli, assessore alla cultura e alla contemporaneità del comune di Firenze, è avvenuto durante la conferenza stampa di presentazione dell’estate Fiorentina, dove i primi hanno parlato di bluff e di strategia per sopprimere il festival all’ultimo minuto; la Limonaia di Villa strozzi, ricordano gli organizzatori di Muv, è una struttura comunale, vien da se che i documenti per certificarne l’idoneità non potevano e soprattutto non dovevano essere di competenza di Muv; Da Empoli risponde parlando di questione tecnica, e viene sostenuto da un comunicato stampa ufficiale del Comune di Firenze, emesso il 31 maggio 2011 che è possibile leggere per intero da questa parte dove si dice che gli organizzatori di Muv “hanno presentato una richiesta di autorizzazione per il pubblico spettacolo per 1500 persone alla Limonaia di Villa Strozzi (raddoppiando così il numero rispetto alla precedente autorizzazione nella struttura) in data 23 maggio. Gli uffici hanno avviato l’istruttoria e il 28 maggio, in soli sei giorni (da notare che il tempo consentito è di 60 giorni) hanno chiesto la presentazione della documentazione prevista, compreso un certificato di collaudo della Limonaia ai sensi del Decreto ministeriale del 14 gennaio 2008 in materia di sicurezza sismica. La documentazione presentata dal Muv è risultata incompleta di questo certificato e in data 30 maggio è stato comunicato il diniego alla richiesta di autorizzazione per lo svolgimento del Festival. Si precisa che non c’è stato accanimento burocratico ma l’applicazione delle regole vigenti: il documento mancante è indispensabile al fine di garantire la sicurezza delle persone presenti all’interno della manifestazione” Sempre a mezzo stampa, Muv Ribatte: “Se il problema, come scritto nel provvedimento deriva solo dal mancato rispetto della capienza certificata nel 2001, vista l’imminenza della manifestazione e considerati i gravi danni che il suo mancato svolgimento comporta per l’organizzazione, bene avrebbe potuto il dirigente autorizzare il festival per una capienza limitata corrispondente a quella certificata nel 2001. Ci sia consentito inoltre di rilevare come evidentemente quest’anno sia mancata la volontà politica di far svolgere questa manifestazione perchè come ben sanno in Comune in molti altri casi in passato quando tale volontà c’era la soluzione si è voluta trovare ritenendo superiore l’interesse dello svolgimento dell’evento rispetto al mancato adempimento di alcune formalità burocratiche Alla luce di tutto ciò l’Associazione Culturale Muv Festival si riserva di valutare con i propri legali se vi siano gli estremi per una richiesta di risarcimento del danno dato che per i tempi ristretti non è certo possibile far ricorso all’autorità giudiziaria per ottenere la possibilità dello svolgimento della manifestazione. In sette anni di vita Muv Festival ha ospitato più di 500 artisti provenienti da tutto il mondo dando ampio spazio a progetti formativi di qualità con strutture affermate nel settore delle produzione digitale. Più di 200.000 spettatori, un picco di 30.000 presenze soltanto nella scorsa edizione alla quale spetta il merito di aver riaperto una location storica come l’Anfiteatro delle Cascine chiusa da 10 anni. Francamente ci sfugge il motivo per cui questa manifestazione debba essere schiacciata negli assurdi ingranaggi burocratici di una città che chiede solo di poter produrre cultura”