Batucada, baby. Muovi quel tuo culone sedentario, fallo scuotere e dimmi come ti senti dopo. Questo potrebbe essere l’intento dei ragazzini dal Brasile, band nata dall’incontro/scontro tra tre menti provenienti dal noise e dall’hardcore (Nicolò Fortuni e Riccardo Mazza, rispettivamente ex With Love e Flower Collapsed) e dall’arte visiva (Nico Vascellari).
Si diceva della batucada, un sottostile della Samba influenzato dalla cultura africana, caratterizzato dalla presenza di un’enormità di strumenti a tamburo – repinique, surdo, caixa, cuica, solo per citarne alcuni; in aggiunta alle varie congas, fischietti e campanacci vari – e dai suoi ritmi intensi e frenetici (per questo spopola nel carnevale di Rio): ecco, fatela suonare a tre tipacci come quelli citati sopra, quindi con una forte impronta avant noise e dosi abbondanti di elettronica martellante e fosca e avrete nelle orecchie il suono dei Ninos Du Brasil. Muito N.D.B è musica esotica che va a braccetto con le inquietudini ed i sensi di colpa dell’Occidente, è l’incubo di una notte di mezza estate, è psichedelia oscura che ogni tanto si ricorda di farti ballare. Confusi? Troppe contraddizioni? Il bello di questo disco è proprio questo; il costante clash emotivo tra due mondi che si guardano in cagnesco, pieni di reciproca diffidenza ma in realtà inesorabilmente attratti l’uno verso l’altro. Poi la cosa è diventata faccenda da hipster (sfilate di moda) e da cultura istituzionale (biennale di architettura a Venezia), ma la sostanza rimane quella: inquietudini occidentali ed esotico furore tribal-percussivo che vanno a braccetto verso l’abisso. Il resto è fuffa per magazine con troppe pagine di publicità dentro.