Della cosiddetta scena folktronica (che poi cosa sia veramente nessuno lo sa), gli inglesi Tunng sono stati tra i pochi a portare all’interno del proprio patrimonio sonoro, un autentico, genuino, spirito folk. Che nel loro caso specifico, affonda nel suono acustico delle loro lande, fosse esso lascito di tradizione o filtrato attraverso l’esperienza acida dei ’60. Perché, in fondo, la band sempre questo è stata: una sintesi tra naiveté hippie e circuiti, legno e silicio, Fairport Convention e Four Tet, Pentangle e Books. Turbines non si discosta più di tanto da quanto fatto fin’ora, essendo ancora una volta, un saliscendi di numeri pop cantati in coro; scossi da continue incursioni elettroniche; agitati da ritmi ed effetti dub.
Rispetto a …And Then We Saw Land (l’ultimo album del 2010), votato ad una concezione più minimale, i nostri sembrano riguardare indietro, alle prove degli esordi, puntando sulle presunte imprevedibilità del cut’n’paste della produzione al pc. La stessa che trasforma l’incipit in picking di Bloodlines (per il resto un piacevole incontro Iron & Wine/Múm/Grizzly Bear) in un groviglio di echi e riverberi siderali o che manda Simon & Garfunkel in break pseudo dubstep in Follow Follow e sconvolge le altrimenti lineari armonie di So Far From Here, nel solito gesto ripetuto e divertito di complicare ad oltranza anche le forme più semplici. Come in By This (praticamente gli Espers frullati e ribaltati da un ritmo spezzato, montato in controtempo); Trip Trap (ballata acustica di stucchevole dialogo lui/lei montata su Oxygen vintage) e Once (un po’ Caribou, un po’ Akron Family). Altrove, dove la produzione si fa meno stringente, un brano come The Village (disponibile anche in download gratuito) riesce a frasi più arioso, malgrado non risulti il migliore del lotto.
Il disco, in definitiva, scorre impeccabile sino alla fine, nelle sospensioni entropiche di Heavy Rock Warning, ma non riesce a restituire una melodia davvero memorabile, rischiando di ridurre la formula Tunng in una serie di esercizi di stile, perfettini, piacevoli e nulla più. E questo, va in netto contrasto sia con il recente passato del gruppo, sia con qualsiasi forma di folk: presente, passato, futuro, contaminato, -tronico o meno che sia.
[box title=”Tunng – Turbines (Rough Trade, 2013)” color=”#5C0820″]
Tracklist
Once | Trip Trap | By this | The Village | Bloodlines | Follow Follow | So Far From Here | Embers | Heavy Rock Warning [/box]