venerdì, Novembre 8, 2024

!!! (chk chk chk) – Strange Weather Isn’t It? (Warp, 2010)

Basterebbe emettere tre distinte volte il suono prodotto dallo schiocco della lingua sul palato per citare i nostri !!! Tuttavia, Chk chk chk, uh uh uh o pow pow pow o qualunque sia il verso che ne verrebbe fuori, immaginiamo l’imbarazzo di qualsiasi anchorman nel presentare questo collettivo di scalmanati, originari di Sacramento ma stabilmente residenti nella Grande Mela. Abbastanza semplice è invece intuire cosa abbia spinto l’eclettica Warp a farne uno dei propri gruppi di punta. Louden Up Now ce li aveva sparati in faccia in maniera maniaco compulsiva mentre Myth Takes li aveva consacrati nell’olimpo, non lontanissimi dalle vette sfiorate dai più celebri rappresentanti del genere. Un mix di electro punk-funk e psichedelia capace di inacidire i visual-rave party dei locali newyorkesi quanto un mantra recitato con la bocca impastata e gli occhi socchiusi. Strange weather isn’t it, loro quarta prova è, su questa strada, un album a metà tra l’ardire di Liars e Rapture ed il procedere funky adulatore di Jamiroquai. Non proprio l’ennesimo manifesto glamour furoreggiante tra gli indie-dancers ma con un occhio comunque sempre rivolto a quel recinto. Un tour a fianco dei Red Hot Chili Peppers e la folle morte del batterista Jerry Fuchs, non sono però robetta da poco e questo disco, in qualche modo, somatizzando quest’alfa ed omega di sensazioni, non riesce a bucare mai, neanche quando il frinire ruffiano di Nic Offer sembra sedurci tanto quanto farebbero i Devo in vacanza alle Hawaii  (Am Fm, The Most certain Sure, Jamie my intentions are bass) colti con le mani nel sacco dopo aver invitato i Daft Punk a partecipare al plagio dei Sonic Youth. In Wannagain, The hammer e Jump back viene fuori persino una certa vena psych, la stessa complice del successo planetario dei MGMT, qui rivista attraverso alcune inflessioni Buzzcocks, sebbene non grassa e vertiginosa come magari gradiremmo. Ne resterebbe escluso, apparentemente, il toasting di Hollow, con lampi Basement Jaxx e tanta, tantissima voglia di essere credibile. In soldoni, una prova non proprio sufficiente a magnificarli anche se comunque dignitosa e rispettabile. Intuiamo però che sarebbe meglio restare fedeli al dolce ricordo dei tempi che furono e piuttosto sognarne degli altri…che verranno (almeno speriamo!) senza lasciarsi convincere, a qualunque costo, dalle moine da mestieranti.

Francesco Cipriano
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Francesco Cipriano classe 1975, suona da molto tempo e scrive di musica.

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