Questo è uno di quei dischi da sottoporre all’attenzione di chi tende a liquidare le reunions come tragici siparietti di artisti ormai bolliti, spinti da motivazioni squisitamente economiche. Qui di bollito non c’è proprio niente. Ma partiamo, per quanto possibile in questa sede, dal principio. Nella Bologna di fine anni settanta – quella di Andrea Pazienza, Area, Gaznevada, Skiantos – Marco Bertoni, Enrico Serotti, Lucio Ardito e Gianni Cuoghi formarono il Confusional Quartet (Originariamente Confusional Jazz Rock Quartet), tracciando così la via italiana al jazz rock più scatenato, portando davvero l’immaginazione al potere. Il Confusional Quartet ha sempre viaggiato in direzione ostinata e contraria, con un pimpante frullato nel quale trovavano spazio minimalismo, musica concettuale, jazz. Il loro era (è) un avanguardismo imbelle e divertito, più vicino ai barattoli di zuppa Campbell, che non a Marinetti: un brillante e ininterrotto saliscendi fra materiale colto e cultura pop. Ora, dopo una manciata di dischi introvabili e un silenzio trentennale, sono tornati. A onor del vero, questa seconda vita artistica era già iniziata l’anno scorso con Italia Calibro X (concept sperimentale apparentabile ai Residents di Commercial album). Adesso ci sarebbe da dire qualcosa di specifico sul disco in questione… che volete che dica? Che il quartetto si esprime al meglio negli assalti brucianti e iperaccellerati di Futurfunk e Kursaal. Oppure nella lounge eseguita dai Contortions di Cani alla menta. Oppure in One nanosecond in Tunisia, più dalle parti di un imbizzarrito space rock, che non di Charlie Parker, o in Verme: riff ossessivo, ritmo quasi disco, atmosfera pazzotica vicina ai già citati Residents. Oppure in Ritmo speed, Forza dell’abitudine, Sensosan, Amaricante e tutte le altre, dove orecchie attente possono rinvenire, rigorosamente in ordine sparso: Zappa, No Wave, musica circense, atonalità, John Zorn, sigle di cartoni animati, colonne sonore. La confusione regna sovrana… per fortuna! Inutile continuare a descrivere, sarebbe come cercare di sezionare nubi di gas esilarante con un bisturi. Questa non è musica da descrivere, ma da ascoltare. Soprattutto, musica divertente. Il piacere della creazione, qui – alla faccia di ogni algido snobismo – è direttamente proporzionale al piacere dell’ascolto. Dunque, che fate ancora lì? Correte ad ascoltare questi quattro ragazzacci e fatevi un’idea!
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Tracklist:
Futurfunk | Kursaal | Cani alla menta | One nanosecond in Tunisia | Verme | Ritmo speed | Forza dell’abitudine | Sensosan | Amaricante | Orazio | Newnewwave [/box]