giovedì, Dicembre 19, 2024

Efterklang – Under Giant trees: la recensione

Il corale di Falling Horses dis-chiude il nuovo ep di Efterklang, previsto per aprile 2007 su The Leaf Label e distribuito in Italia da Wide Records. Dis-chiude 5 tracce che nascono come esperienza liminale, interstizio di volta in volta generato tra le increspature del tour di Tripper, il full lenght precedente, e i vari sets che si sono offerti all’ensamble di Copenhagen tra il 2004 e il 2005. E il passaggio tra epifania e scrittura muta nel tentativo di conservare la flagranza della prima e di sviluppare la seconda sotto il segno di un’infinite orchestra che spinge dentro la tessitura il residuo elettronico sopravvisuto dalle esperienze in studio precedenti.

Un amalgama di molteplici narrati che lasciano dietro di se il rischio di aderire ad un mood o ad un’unico livello d’arredo ambientale, in stimolante controtendenza rispetto all’invasione di quella Belle Epoque ottundente e nauseante che equivoca sound-design per segno.

Nella seconda metà di Under Giant Trees, Toward the Bare hill introduce un segmento che con una buona dose di distrazione potremmo definire come glitch; in che senso glitch? Il difetto qui non affonda nella norma e gioca con le interruzioni degli archi, come una contro-scrittura allo specchio si perde nella risonanza di un’arpa quasi glockenspiel, davvero molto bello anche perchè scompare quasi subito, si confonde con altri percorsi e disperde la sua forza lasciando spazio a quella vocale, prossima alla minaccia delle percussioni in progressione trionfale con i fiati, in un crescendo destinato al risucchio da un’effetto strappato; il tutto in due minuti poco più.

Gli spettri, del tutto personali come qualsiasi bauletto critico, sono quelli del Danny Elfmann di Planet of the apes tendenzialmente meno amato, conosciuto e sicuramente piu coraggioso, Arvo Part, Robert Wyatt, i Gastr del Sol più oscuri e orchestrali di The Harp Factory on Lake Street , alcuni momenti live dei Sigur ros epurati dalla retorica depressiva, l’immateriale materia folk di Boxhead ensemble con una maggiore concisione sinfonica nei giochi e nelle parti.

Interessantissima evoluzione archeologica quella del quintetto espanso Efterklang, preludio ad un secondo full lenght che dovrebbe manifestarsi entro il 2007; Under Giant Trees è descritto dallo stesso ensemble come un rizoma seminato, annaffiato e nutrito; intreccio di testi, suoni e migliaia di derive del racconto, arriva in una versione cd limitata a 4500 copie con tanto di lussuosa-lussuriosa confezione cartoline regalo incluse, affiancata da una più esoterica forma vinilica bianca disponibile in 1200 copie numerate e dall’ormai immancabile digital download.

Per uno storico delle release della band Danese, questo è il riferimento diretto, mentre per una sorta di anticipo di Under giant trees, consigliamo di scaricare Jojo, quella che è effettivamente la traccia numero 5 dell’ep e che da questa pagina del sito ufficiale è disponibile in versione live insieme ad una manciata di download tratti dalla discografia ufficiale. Da questa parte invece il profilo myspace della band e su youtube un esempio degli interessi cinematici del progetto Efterklang.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

ARTICOLI SIMILI

GLOAM SESSION

spot_img

CINEMA UCRAINO

spot_img

INDIE-EYE SHOWREEL

spot_img

i più visti

VIDEOCLIP

INDIE-EYE SU YOUTUBE

spot_img

TOP NEWS

ECONTENT AWARD 2015

spot_img