giovedì, Novembre 21, 2024

Luciano Maggiore – Francesco Brasini – How To Increase Light In The Ear (Boring Machines – 2012):

«Un’idea dunque di che cosa sia il canto ce l’abbiamo, e bisogna dire che l’arte di Giuseppina non corrisponde a questa idea. Ma è proprio canto? Non è forse soltanto un fischiare? E di fischiare siamo capaci tutti, è la vera e propria arte del nostro popolo, anzi nemmeno un’arte, bensì una peculiare manifestazione di vita. » Così in Giuseppina la cantante ossia il popolo dei topi, racconto di Franz Kafka. Canto, manifestazione di vita, vibrazione. In, How To Increase Light In The Ear, Luciano Maggiore e Francesco Brasini – attraverso l’uso di nastri, elettronica, chitarre elettriche, coadiuvati dall’ingegnere del suono Mattia Dallara – portano avanti, in due sole tracce, per una durata complessiva di cinquanta minuti, un percorso di ricerca che predilige, rispetto alle frequenze basse di Chasm Achanés, suoni più acuti. Elettronica, minimalismo, microtoni, drone music? Principalmente un’esperienza estetica atta a riconsiderare i fenomeni che ci circondano, coglierli in pieno nella loro pulizia e potenza (anche artistica): una tabula rasa cognitiva affine a certi aspetti della filosofia del silenzio di John Cage. Indossiamo le cuffie e cominciamo. Una volta che il nostro udito si è assestato sulle frequenze che riceviamo, siamo arrembati dalle lievi, ma impetuose, increspature di un mare nero. Impercettibili mutamenti, sottili cicaleggi assumono un titanismo sinfonico. Vaghiamo per la nostra tana: infinite uscite, infiniti cunicoli. Niente pare poter entrare mentre siamo qui. Poi, scorgiamo una luce, un rumore, piccole bolle sonore, un senso di minaccia prende inesorabilmente corpo, invadendo i nostri nervi. Siamo inermi, alla mercé di un’estranea infinità incombente su di noi. Eppure, l’abbandono ha un sapore quasi dolce, anche se non rassicurante. Infine, un suono più tagliente comincia a lacerare la nostra percezione, culminando con la recisione del cordone ombelicale che ci lega a tanta indeterminatezza. Togliamo le cuffie. Il silenzio ha adesso un sapore diverso, venature in precedenza assenti. L’orologio percuote i secondi col suo ticchettio, le auto percorrono le strade facendo roteare schegge d’acqua sulle ruote umide. Mai ci eravamo accorti di quanti rumori straordinari componessero l’orchestrazione intrinseca a ogni nostra misera, piccola giornata. La luce è aumentata. A voi utilizzarla al meglio.

Jacopo Golisano
Jacopo Golisano
Jacopo Golisano, classe 1986. Studia Filosofia e consegue la laurea triennale con una tesi su Alexis de Tocqueville. Diventa pubblicista. Appassionato di cinema, musica, letteratura, sempre alla ricerca di nuovi stimoli.

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