È curioso constatare come, a fasi alterne, gli hipster eleggano a paradigma del cool correnti musicali accanitamente vituperate fino pochi mesi prima. Negli ultimi anni abbiamo visto la critica di settore riabilitare l’Heavy Metal e il tempo del perdono sembra giungere anche per il Goth. Di recente un paio di talentuose e acclamate donzelle si sono dimostrate capaci di distillare i propri umori dark in preziose gemme di pop mutante. Se Stridulum II di Zola Jesus si poneva a suggello di un paziente lavoro di networking nel sottobosco underground, il secondo full lenght di Planningtorock giunge a seguito di prestigiose collaborazioni con The Knife e Shit Robot, forte del patrocino di James Murphy/DFA. Sarebbe superficiale ricondurre esclusivamente al Gothic le influenze di Janine Rostron: la violinista inglese trapiantata a Berlino è legata ad un background avant-garde che la spinge a superare di continuo i propri limiti con trovate musicali (nonché estetiche) sempre più shockanti. Nondimeno, i brani di W lasciano intuire una propensione verso l’oscuro che affonda le radici nel decennio d’oro del Dark Rock britannico. Se la ferale apripista Doorway ricorda le sperimentazioni di Laurie Anderson e Going Wrong rivisita il primo Carpenter, The Breaks già sposa la malinconia dei Cure periodo Faith con elementi R’n’B. Altrove la carica funerea della musica si tinge di una vocalità Soul alla Nina Simone (9, Janine), oppure viene stemperata da un romanticismo orchestrale di matrice anni ’80, con tanto di sassofoni languidi (The One). Ma c’è anche spazio per episodi più leggeri come I am your Man (che scippa palesemente il pattern di synth a Harlot di Felix Da Housecat), Living It Out (Kylie Minogue sotto acido) o Jam (incentrata su giocosi tribalismi alla Creatures). La mostruosa voce della Rostron conferisce anche ai brani più levigati un retrogusto inquietante: le variazioni di pitch alterano con risultati spiazzanti il timbro della cantante, almeno quanto le protesi facciali esibite nei visuals ne deturpano i lineamenti. La repulsione non è mai sembrata tanto accattivante.
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