Esordio solista ma votato allo spirito collettivista che da sempre anima le produzioni Constellation. Accompagnatasi a membri sparsi di Arcade Fire, Thee Silver Mt.Sion, Set Fire To Flames, Bon Iver, la violoncellista Rebecca Foon (Esmerine) ha dato luogo ad un suono che dai Godspeed You! Black Emperor arriva sino ai Rachel’s, proseguendo, andando oltre l’estetica di un qualsivoglia post-rock neoclassico; superando la pura cinematicità; toccando l’altrove di un flemmatico folk ancestrale in crescendo (la titletrack) o rievocando un arcano trip hop medievale (Treehouse Schemes).
Aldilà di un’apparente monocromatismo, le composizioni si aprono ad inattese fughe e cavalcate sul modello Godspeed (Unholy) o ad oscure sospensioni, condotte sul limite dell’archetto (But It Was All Of Us, ICA). Facendosi pop indie, à la Polly Jean, in Colour The Night Sky o nascondendosi dietro un loop elettroacustico (Golden Alley), poggiando la sua voce, quasi casualmente, con distacco, sui flussi emozionali che ne conseguono, in un lento processo di avvicinamento a Beth Gibbons via Kim Gordon. Prodotto da Mark Lawson (già dietro al banco con Arcade Fire), il disco si alza come una bruma vaporosa e sottilmente inquietante. Minimale e sognante almeno quanto misterioso e sospeso.