Un detournante sovrapporsi di quadri sonori, in cui il significato della percezione della visione, viene continuamente riconsiderato, ridiscusso; riposizionando ogni punto di riferimento certo o stabile. Il falso movimento di Scott Morrison è una sfida alle coordinate cartesiane: una riformulazione dell’elemento naturale, reso astratto dalle iterazioni, dalle focali sfalsate, dal sovrapporsi di frames sempre uguali e sempre, impercettibilmente, variabili. Laddove tra casualità ed improvvisazione agisce un mutevole scambio simbolico, che sembra dire della volontà del disgregamento assoluto di ogni forma, della morte di ogni immagine. Problematizzando ogni processo cognitivo.
Il dettaglio visuale concreto, diviene così, particella sonora dinamica, molecola impalpabile, pulviscolo, pioggia, vento; va oltre il senso stesso della fruizione e si fa ambiente, sino alla mistificazione del dato naturale; sino alla dissimulazione del silenzio. Una poetica esperienziale in forma di loops ciclici, la lettura dei quali diviene azione complementare ad un’opera dai margini imprecisi, aperta potenzialmente all’infinito.
Immanente come il campo di graminacee ondeggiante che l’artista esplora, disseziona, ritaglia, moltiplica. Che osserva e scompone nell’alternarsi delle fasi naturali, creando per ognuna una colonna sonora al limite del vuoto, che si perde in trasparenza.
Con questa che è la prima trasposizione in dvd di una sua installazione, Scott Morrison, impone una riformulazione dei concetti di ricezione, d’immedesimazione, di resilienza, legati all’arte.