martedì, Novembre 5, 2024

Xiu Xiu – Dear God, I Hate Myself (Kill Rock Stars, 2010)

La disperazione occupa nel mio cuore uno spazio maggiore di quello che occupi tu, e sarò sempre più gentile col gatto che con te. Perché, Caro Dio, odio me stesso e non sarò mai contento e non mi sentirò mai normale. Certo, c’è sempre il cioccolato a rendermi felice e a tenermi sveglio, mentre mi slaccio i pantaloni, mi infilo due dita in gola e mi libero di quel che c’è di sbagliato. Ma tu picchiami, picchiami a morte ti dico, perché se ti aspetti consolazione diventerò offensivo, e se ti aspetti che diventi offensivo, diventerò ultra offensivo. Così giovane, così sporco. E così orribile per essere solo un ragazzo. Per un week end ho avuto la forza di andare avanti, ma poi tutto si è dissolto nel rosa, rosa, rosa, rosa, rosa. Il tempo non sembra aver spazzato via le nuvole che da sempre adombrano l’anima di Jamie Stewart. Tuttavia, se in passato a riflessioni sofferte era sempre corrisposto uno stile compositivo altrettanto sofferto, ostico, ai limiti dell’incomunicabilità, l’ultima uscita degli Xiu Xiu registra da tal punto di vista novità significative. Questo è l’album che consacra definitivamente la svolta pop del gruppo: dodici brani (quasi sempre) ad impatto immediato, ben arrangiati, caratterizzati da una produzione curata e da ritornelli irresistibili. In termini di standard qualitativi tale operazione non comporta mutamenti sostanziali. La qualità della scrittura si mantiene comunque molto alta, quando non eccellente, secondo la consuetudine a cui Jamie e compagni ci hanno abituati da otto anni a questa parte. Il nuovo corso è evidente fin dall’opener Grey Death, così come in Chocolate Makes You Happy e nella title-track, tracce caratterizzate da reminiscenze electro-pop in cui chitarre acustiche si sposano a basi elettroniche, repentine esplosioni di rumore e arrangiamenti orchestrali. Altrove prendono il sopravvento i suoni da video gioco anni ’80 (Apple for a Brain, Secret Motel) o le atmosfere gotiche alla Cure/Bauhaus (Falkland Rd., The Fabrizio Palumbo Retaliation), da sempre fra i riferimenti musicali e culturali di Jamie. Se non bastasse, c’è anche spazio per un’assurda quanto insolitamente solare digressione country (l’ottima Cumberland Gap). Gli echi del vecchio stile compositivo emergono solo in parte nello straniante folk di Hyunhye’s Theme e, in maniera più decisa, nel caotico noise orchestrale Impossible Feeling. Tuttavia sono proprio gli elementi accessibili a costituire la forza di Dear God I hate Myself, album che possiede le credenziali per portare definitivamente il gruppo all’attenzione di un pubblico più vasto, e quindi garanzia di un potenziale salto di qualità. Che non si tratti di un sintomo di commercializzazione lo prova il video di Chocolate Makes You Happy (diretto e interpretato da Jamie Stewart e dal nuovo acquisto Angela Seo), in cui l’estetica minimalista e provocatoria della band emerge con tutta la sua forza. Sia chiaro, quando si parla di arte i nostri continuano a fare sul serio. Altamente raccomandato, ma solo per palati fini.

Il video di Dear God i hate myself si vede da questa parte, nella rubrica videoscopio.

Federico Fragasso
Federico Fragasso
Federico Fragasso è giornalista free-lance, non-musicista, ascoltatore, spettatore, stratega obliquo, esegeta del rumore bianco

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