Un’amabile follia tzigana, un inconsueto tritacarne (carne da kebab, s’intende), un sospiro malinconico indirizzato verso i Balcani ed oltre, una composizione del Re Cremisi (a buon intenditore..). Queste ed altre mille e una definizioni potremmo attribuire a Puppets Theatre Show, la creatura composta da Alberto Greguoldo e suonata, non senza capacità e maestria, dai suoi Folklezmer. Tutto o quasi in acustico: il sax del capomastro Greguoldo viaggia traghettato dalla sezione ritmica di contrabbasso e batteria; come comprimari, per un arricchimento sonoro ulteriore, abbiamo tromba, fisarmonica e il Mahai Matak, una specie di tagliere dotato di corde e circuitazione suonato da sir Xabier Iriondo (Afterhours e Damo Suzuki su tutti). Questi strumentali presentano una struttura intuitiva: il tema messo ben in evidenza e poi improvvisazioni, variazioni, cambi di tempo, stop e assoli vari. Certo è che se il disco si compone così ad ogni episodio, non per forza questi si assomigliano: Ershter Vals propone in salsa tartara, giamaicana e pure romagnola un tradizionale tema ebraico, Ghamarat è da inseguimento con incidenti di percorso e il fegato che implora pietà nella corsa sfrenata; 27 è uno sfregio alla melodia, al limite del free jazz. Sperimentare su delle linee guida estremamente tradizionali, addirittura all’origine della civiltà moderna, è l’idea di base del gruppo. Lo svolgimento, una volta tanto, è all’altezza del concetto.