giovedì, Novembre 7, 2024

Ariana Delawari, l’intervista esclusiva

Chi Ha arrangiato la sezione archi del brano? Sono molto belli!

Sono stati arrangiati da Miguel Arwood Ferguson, come quelli che puoi sentire su “Her Legacy” e “Be Gone Taliban”, Miguel è una delle persone che preferisco tra quelle che conosco; è incredibile come persona e come musicista, mi aspetto sempre grandi cose da lui.

Le canzoni contenute nel tuo primo album sembrano avere tutte quante un loro stile specifico e peculiare anche se il risultato è il realtà molto solido e coerente; che tipo di musica ha influenzato maggiormente il tuo lavoro?

Moltissimi artisti e stili differenti. Da bambina ho ascoltato moltissima musica Afghana; un amico di mio padre arrivava ogni week end con la sua tabla e la suonava con un harmonium cantando le canzoni di Ahmad Zahir. Ma la mia prima vera ossessione è stata Madonna (Ndr. Nella versione CD di “Lion of Panjshir” è inclusa una cover di Crazy For you). Ero assolutamente innamorata di Madonna quando avevo tre anni. La mia sorella più grande invece ascoltava band come Depeche Mode, The Cure e altre band di quel periodo. Ho cominciato a suonare la chitarra quando avevo tredici anni ed avevo già una gran passione per Jimi Hendrix; a quel tempo I miei amici ascoltavano I Nirvana, ma io sapevo che se volevo diventare una buona chitarrista avrei dovuto imparare le canzoni di Hendrix e dei Led Zeppellin. Ho ascoltato moltissima musica degli anni sessanta e ho amato moltissimo Bob Dylan, Neil Young, Janis Joplin; John Lennon rimane comunque il mio preferito. Mi piacciono molto Bjork e I Radiohead e mia madre ha ascoltato per molto tempo Sinatra, Willie Nelson, Roy Orbison, Patsy Cline. Mio padre mi ha certamente influenzato con I suoi dischi di Ravi Shankar; mi piace molto Johnny Cash, Ramblin Jack Elliot, Fleetwood Mac, Odetta, Bessie Smith, Billie Holiday, Eartha Kitt, Nat King Cole, moltissimi artisti. Tra I contemporanei mi piacciono The Arcade Fire, Sparklehorse, Dungen, Cat Power. Molti dei miei amici sono musicisti e mi hanno ovviamente influenzato, cosi come sono stata influenzata dal Cinema.

Lion of Panjshir si conclude con un brano molto bello e doloroso, “we came home”; puoi raccontarci qualcosa di questa canzone?

Ho scritto questa canzone dopo la conclusione delle registrazioni; parla di molte cose. I miei amici e il movimento di cui facciamo parte; la possibilità di portare il cambiamento di cui siamo tutti parte. L’America; il vero spirito dell’America e l’immigrazione. L’ho scritta dal futuro, come se stessi guardando indietro verso questo tempo. Alcuni mesi dopo averla scritta, Obama è diventato presidente e siamo piombati in questo enorme disastro economico. Il significato per me è cambiato; cambia sempre, è la canzone che ci trova.

Ho letto da qualche parte che Emily Stofle Lynch sta realizzando una sorta di documentario sulle registrazioni delle tue canzoni effettuate a Kabul, ci puoi raccontare qualcosa?

Si, ci stiamo lavorando; parla del coinvolgimento della mia famiglia in Afghanistan, della mia vita e del making dell’album.

Ho visto il promo che David Lynch ha girato per promuovere il tuo album; è davvero molto bello e nuovamente, sembra che molti mondi differenti (video arte, pittura, musica) collidano insieme; come hai lavorato con lui per il video?

Lavorare con David è stato bellissimo; mi ha comunicato l’idea e mi ha detto che nella presentazione brano dopo brano si sarebbe calato nei panni di un annunciatore di una vecchia college radio; per questo ho pensato che sarebbe stato bello prelevare alcune suggestioni dal cinema muto. Ashley Furnival, una mia amica, mi ha aiutato a delineare quello stile. Siamo andati in un magazzino di Hollywood pieno di vecchi costumi a cercare I vestiti. E’ stato molto divertente.

Ci puoi parlare dei tuoi progetti futuri?

Scriverò per il mio prossimo album e lavorerò al documentario insieme ad Emily. Recentemente ho registrato una canzone per il tributo dedicato a David Bowie che sarà realizzato su Manimal Vinyl questa primavera (link) Sono anche impegnata nel L.A. Ladies Choir; dovremmo partecipare ad uno show la prossima settimana per I Bambini della notte, un luogo di recupero per giovani ragazze che sono state forzate a prostituirsi. Partecipo anche come attrice e cantante in una piece che ha scritto un mio amico, dove ogni musicista coinvolto suonerà la sua personale musica, molto divertente; e al di là di questo spero di portare “Lion of Panjshir” in tour molto presto; ho con me una serie di musicisti formidabili e mi piacerebbe invitare gli Ustad Afghani per alcuni concerti speciali in giro per il mondo; questo è il mio sogno.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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