Un artwork dantesco che sembra rifarsi alle descrizioni della città di Dite dà il benvenuto all’ascolto di Pacifico. Si tratta dell’ultimo lavoro dei Bad Love Experience, formazione di casa a Livorno con tre uscite discografiche alle spalle. Già nel 2009 la band aveva messo a segno un colpo più che ottimo con Rainy Days, album che metabolizza con stile le influenze psichedeliche e garage rock. Ed è proprio Rainy Days a contenere una delle tracce entrate a far parte della colonna de La Prima Cosa Bella di Paolo Virzì; si tratta di 21st Century Boy, pezzo che resta – per ora – fra le migliori produzioni del gruppo.
Pacifico rivela fin dalle prime battute la distanza e la diversità rispetto al precedente disco; il gruppo sembra aver arginato la propensione più garage in favore di melodie più delicate e orchestrali, e in effetti il disco riproduce una sorta di percorso che si muove attraverso le influenze d’oltre Manica. Dal brit pop Blur e Oasis, passando per il folk (Devil In Town) fino ai richiami psichedelici, misto fra King Crimson e Pink Floyd, che si palesano sia nei suoni sia nelle partizione delle tracce (The Kids Have Lost the War Pt. I, II, III, IV). I suoni del disco sono ricchi e vividi anche grazie alla partecipazione di ulteriori nove musicisti che hanno preso parte alla realizzazione; piano, organo, ukulele, violino, mandolino, fisarmonica sono solo alcuni degli strumenti che concertano per i quaranta minuti del’album. Particolarmente suggestivo è l’uso della fisarmonica che in tracce come Dream Eater e Cotton Candy, dispiega completamente il proprio potere evocativo riportando alla mente orizzonti gaelici. Tuttavia con Pacifico i Bad Love Experience non dimenticano gli esordi e con Rotten Roots, rinsaldano la familiarità con i pezzi degli anni addietro. Da segnalare infine Dawn Ode, brano lento, sonnacchioso, lontano cugino dei brani di Relics, e primo singolo dell’album. A dispetto del demoniaco artwork, Pacifico è per la precisione lo stato emotivo ideale per godersi appieno il disco o, in alternativa, la condizione desiderabile a cui approdare al termine del viaggio.