Bowerbirds ovvero Phil Moore, Beth Tacular ed una serie di musicisti che ruotano intorno al progetto sin dall’esordio del 2007, quell’Hymns for a Dark Horse che si presentava come raccolta di ballate folk innestate in modo impuro nella tradizione americana, ma certamente più vicine ad una versione lirico melodica di Oldham e non cosi “weird” nel risultato; un bene sostanzialmente. E’ la forma epica e corale di alcune soluzioni e un songwriting marcatamente pop che distingue le scelte dei Bowerbirds, in un contesto diverso queste avrebbero avuto l’incidenza di un piacevole clone; Dark Horse è in fondo una traccia che anticipa il risultato di Upper Air, chamber pop minimalista ma con un’allure selvaggia e sghemba che non si lascia assorbire dalla contaminazione di culture strumentali eterogenee nonostante si ricorra a suoni centrifughi rispetto alla tradizione di riferimento. Il nuovo lavoro del duo del North Carolina sorprende e commuove per la concisione lirica dei dieci brani contenuti e per la capacità di dissolvere l’utilizzo di una strumentazione non convenzionale nella forza narrativa del brano; un procedimento inverso rispetto ai balcani di A Hawk and a hacksaw, la cui ricerca etnomusicale si porta dietro il marchio di una riconoscibilità asfittica e replicante. Upper Air fa sua la lezione di certo pop minimale ed epico allo stesso tempo mettendolo al servizio di un folk sincero, viscerale e potente; piano, autoharp, organo, accordion contribuiscono ad un suono che combina più tradizioni facendole confluire in un racconto che ora scarnifica verso territori pre-war, ora si apre ad una versione casalinga del pop di Sufjan Stevens o in certi casi dell’anima più rock degli ultimi Okkervil River, rinunciando in modo intelligente all’impatto sonoro e cercando altrove il dialogo tra pieni e vuoti. Nella semplicità quasi infantile di brani come Teeth, Bright Future, Crooked Lust emergono vibrafono, musica dei caraibi, culture e tradizioni apolidi come un eco lontana; come nei giochi infantili della Musica Poetica di Carl Orff, Upper Air è un album solare attraversato da uno spleen doloroso. Splendido.