Se la fisiognomica assurgesse al rango di scienza direi che questo facciotto bonario sia più confacente a rendermi l’idea del lattaio sotto casa, piuttosto che un Dan Zimmerman artista straordinario quale è. Un anziano signore di 63 anni, ecco l’evidenza delle sue rughe. Una foto che ritrae un uomo ornato con occhiali seriosi che stringe la sua chitarra, feticcio di una dignità che non va di certo via con una spolveratina come fosse forfora sulla schiena.
Eppure zio Dan non è il lattaio sotto casa e te ne accorgi non solo spiluccando un po’ la sua biografia.
Figlio di un pastore metodista riversa tutta la sua fregola artistica su pittura e musica girovagando l’America in lungo ed in largo fino all’incontro, avvenuto in quel di Portland, con Daniel Smith della Danielson Family che lo “arruola” nel collettivo della Sounds Familyre. Ed è qui che il suo art-rock punk sixties si addolcisce in un songwriting di razza somatizzato su fossili di esistenzialismo cristiano. A otto anni dal suo debutto per la Familyre ecco quindi Cosmic Patriot che sebbene si lasci incastrare, prima facie, in un folk-rock che fu sicuramente di Leonard Cohen e The Byrds non manca tuttavia di sfuggire alle aderenze più immediate proprio quando s’impenna in intensità trascinandoti prima verso un Neil Young intimista, poi verso un Lenny Smith, passando attraverso qualcosa che sa comunque di America ed a cui Dan aggiunge quel suo incantevole baritono gracchiante in puro stile Tom Waits. Undici tracce tutte da ascoltare fino al midollo che ti toccano l’anima.
Cosmic Patriot è un disco toccante. Dan Zimmerman è un artista toccante e la storia della sua vita ha qualcosa di emozionante.
E così, quando non puoi fare altro che ascoltare un pezzo per svariate volte fino alla nausea, quando certe immagini ti rimangono impresse quasi fossero la tabellina del cinque, beh, allora, proprio in quell’istante ti rendi conto che qualcosa, in te, ha fatto centro!
Gli ascolti bulimici che spesso contraddistinguono le mie giornate lasciano quindi spazio alla riflessione mentre la ricerca nevrotica ed iconoclasta si stempera nella straordinarietà di uno sconosciuto artista internazionale come ama definirsi Dan durante i suoi memorabili show. Mi godo questo momento!