Ci ha pensato la francese Vicious Circle a ristampare il secondo lavoro degli Elysian Fields, la coppia Newyorchese ha senza ombra di dubbio maggior fortuna nel vecchio continente che nella complessa architettura del mercato Americano, dove la loro musica ha subito alterne sfortune, anche di natura produttiva. Lo status di culto di cui gode il progetto di Jennifer Charles e Oren Bloedow si spiega forse grazie a questo oscillare tra scelte più fruibili e derive colte, come la raccolta di musica selezionata dalla tradizione ebraico sefardita e rivisitata per la Tzadik di John Zorn con il titolo di La Mar Enfortuna. Residui di quel Jazz pre-formale che attraversa tutta la cultura ebraica in fondo sono rintracciabili negli innesti strumentali che sostengono il pop di questo Queen of the meadow, raccolta di torch songs assolutamente “europee” e profumate da un sensualismo decadente; il risultato non è dissimile per certi versi dal pop sincretico dei Devics, sbilanciato tra arcaismi europei e relitti post moderni del nuovo mondo, ma in una versione decisamente più tetra e mortuaria. La voce di Jennifer Charles attinge da più tradizioni riscrivendo la sua visione dei velvet filtrata dalle varie lezioni Creation. Sorprendono tracce come Barely recognize you, capaci di allontanarsi da quel Jazzin’ di maniera che è forse il punto debole del duo, favorendo un approccio più visionario e sospeso; stessa cosa per fright night che gioca con i suoni di una psichedelia cinematografica e la benedizione immaginaria di Angelo Badalamenti; è proprio in contesti come questi che la Charles si ricorda d’essere Americana memore delle lezioni di educazione sessuale di Julie London.