Farväl Falkenberg è il titolo di un piccolo miracolo cinematografico passato attraverso il circuito di alcuni dei festival internazionali più importanti e visto durante le giornate degli autori a Venezia 63 (2006), opera prima di Jesper Ganslandt, semplice e complessa commistione tra autobiografia, documentario e racconto, che riesce ad evitare qualsiasi rischio posturale, trasformando l’approccio diretto, spietato, tenero, di una macchina da presa che bracca i personaggi, in un’epifania di raro astrattismo. Durante la lavorazione del film, Erik Enocksson registra una serie di tracce, con un procedimento che non si discosta molto da quello del film di Ganslandt e seleziona in seguito dieci brani su cui lavorare nel suo appartamento-studio in modo più tradizionale. Il soundtrack è uscito per Kning Disk, etichetta di Göteborg specializzata nella pubblicazione di edizioni limitate e curatissime, legate per lo più a musicisti stanziati in Svezia e con un catalogo che oscilla tra la sperimentazione più radicale e concreta, l’avant-folk, minimalismo, astrazioni freeform, e un’idea di Pop de-generato non propriamente tradizionale (si veda indie-eye su Shampoo & Champagne, il recente lavoro di Balroynigress). Di Farväl Falkenberg è uscita recentemente una seconda edizione limitata a 999 copie, disponibile attraverso questa pagina in una versione Cd handmade esteticamente molto bella ed erotica. Le 10 tracce di Erik Enocksson ripropongono l’atmosfera di magico realismo che attraversa il suo doppio cinematografico con un folk strumentale che si serve di pochissimi elementi; chitarra acustica, un organo a pedale, un piano trattato e una splendida intermission di tradizione svedese, trainata dall’intervento corale nel brano di chiusura, The Lingering procession. La struttura dell’album ha quell’incedere per metastasi tipico di una colonna sonora classica; apertura con la morriconiana The Joy of D.H. Lawrence come introduzione ad una serie di variazioni possibili, ed elaborazione di capitoli successivi; Erik Enocksoon gestisce il materiale con notevole abilità creativa e riesce a trasformare la materia sonora in un sistema di segni combinatori, cosi da sviluppare episodi come The Braking of the waves in un’interferenza glitch alla Bracken, a partire dal tema introduttivo. Narrativamente siamo vicini alle produzioni più riuscite e meno pop di American Analog Set e all’orchestrazione per livelli che farebbe pensare ai Rachel’s slegati dallo sviluppo melodico, ma con un impasto e un impatto timbrico ridotto all’osso. Per approfondimenti e streaming, oltre alla già indicata pagina ufficiale del Cd dove è possibile ascoltare alcuni estratti, il profilo myspace dell’etichetta permette di ascoltare il brano d’apertura dell’album. Per un trailer del film, c’è questo video embedded sul sito di Cinematex.