martedì, Novembre 5, 2024

Johnny Flynn – Been Listening (Transgressive, 2010)

Jigs, reels, hornpipes, strathspeys e polkas: nenie d’infanzia. Chaucer e Shakespeare ad ispirare la loro penna. Una nuova generazione di indie folker consapevole di veleggiare al soffio di un vento relativamente nuovo per l’Inghilterra. Folk, musica del volk, ora allegra e spensierata, ora mesta e riflessiva, ancora acida e pungente. Folk ben fatto ed arguto. E malgrado sia evidente che non basti solo suonare una dobro o vestire camice di flanella con lunghe bretelle che reggono enormi pantaloni di fustagno piuttosto che andare in giro a piedi nudi con un fuscello d’erba in bocca, a fare in modo che certe cose siano catalogate in certe altre cose, Johnny Flynn, prova a bissare il precedente A Larum nella speranza magari di raccogliere qualcosa di più di un tiepido umore intorno. Been Listening appartiene, infatti, ad una certa esplorazione metodologica; puro nel suo incedere anacronistico, smaliziato nel suo tubare con un mainstream già indagato anche dai compagni di merende Mumford & Sons e Laura Marling. Accompagnato dal vivo dai Sussex Wit e ceduto il passo ad un songwriting meno immediato e più ragionato rispetto al precedente, questo album gravita intorno a buoni spunti melodici (Kentucky Pill, Churlish May) in cui echi di Al Stewart (mai davvero acclamato in patria), Billy Bragg ed America si uniscono ora ad un certo profumo klezmer con trombe adulterine di tomwaitsiana memoria, ancora agli esotismi furoreggianti dei ritmi caraibici. Il nucleo centrale (Barnacled Warship, Sweet William part.2) ci diverte anche con ouvertures di violini ed epos coinvolgenti più o meno sovrapponibili a svariati balli tradizionali. Lusinghe già godute, a dire il vero, da più parti, Noah And The Wale, Bon Iver, Horse Feathers, giusto per citarne alcuni, ma non per questo disdicevoli, anzi. Non mancano dimensioni più rockeggianti con organi lesti a fornire coordinate precise ed araldica d’oltreoceano (Been Listening) o blueseggianti (Howl) mentre l’acerba solarità di The water (duettata con la Marling) ha, in effetti, qualcosa da pagare in termini di tributo al compianto Johnny Cash. Del resto anche lo stesso Flynn sembra pensarla come noi scegliendo il titolo di questo lavoro che si lascia comunque fischiettare, a prescindere.

Johnny Flynn su myspace

Francesco Cipriano
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Francesco Cipriano classe 1975, suona da molto tempo e scrive di musica.

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