Per la prima volta nella sua camaleontica carriera Josephine Foster torna a esplorare gli stessi territori, proponendo un vero e proprio sequel di Anda Jaleo, il disco con cui due anni fa sceglieva di documentare il proprio amore per la letteratura e musica andaluse a fianco del compagno Victor Herrero. Ad accompagnarli il fratello di Victor, Jose Luis e un amico d’infanzia dei due, Jose Luis Rico.
L’alchimia della band è percepibile in ogni singola traccia e nonostante l’imponenza assoluta della voce di Josephine, il progetto incarna a tutti gli effetti la sinergia di un gruppo, unito dalla fascinazione per il rispolvero di autori dimenticati e per una reinterpretazione atemporale, sospesa e personale di canzoni e poemi della tradizione. I dieci brani del disco sono stati registrati direttamente in analogico in uno studio di Puerto De Santa María e dispiegano la stessa nutrita strumentazione dei brani gemelli di Anda Jaleo: chitarre, ukulele, charango (Sangre Colorada) e arpe, i cui numerosi crescendo abbracciano le voci di Josephine e Victor, sempre appassionate e mai didascaliche come nella stupenda Cuando Vienes Del Monto. All’arpa in particolare Josephine sembra essere tornata in cerca d’ispirazione, a fianco dell’armonica, che a moltissimi, qui in Perlas, ha ricordato Dylan.
Nonostante il lavoro in studio il disco non si distacca dal naturalismo caro ai nostri: oltre a prestarsi alla divagazione paesaggistica, non vi sarà difficile figurarvi il gruppo all’aperto alle prese col proprio repertorio. Il pregio dell’operazione sono la spontaneità e assieme la cura nel rappresentare la varietà del folk spagnolo, lungi dall’esercizio di stile o al rispolvero monocromo di una tradizione vista… da fuori. I due minuti di Brillante Estrella, in chiusura, stagliano la voce di Josephine su una gentilissima arpa, portandoci indietro nel tempo di una centinaia d’anni, creando una cesura che oltre ad essere perfetta per il disco, potrebbe esserlo per l’intero progetto, qualora Foster & Co. decidessero di sospenderlo in futuro.
Pur con tutti i contra del sophomore, Perlas non solo bissa lo statuto del predecessore, ma in alcuni momenti lo supera, grazie a un’interpretazione se possibile ancor più sanguigna che descrittiva. Ma non temete, nel mentre Josephine ha trovato anche il tempo per recuperare le sue radici e ci attenderà il prossimo stadio del suo camaleontico trasformismo.