In questa bulimia musicale che ci affligge e ci sorprende ad accumulare suoni e variabili del rumore che spacciamo per inediti, simulando e beffando quasi sempre, la ripetizione di qualcosa che possiamo finalmente riconoscere ci tira fuori da questo ridicolo delirio. I Lavender Diamond e soprattutto la voce di Becky Stark hanno fatto a pezzetti il mio cuore nelle ultime ore in cui winamp è stato costretto ad un repeat spietato; e questo perchè il folk senza tempo di questo combo suona come qualcosa di familiare e allo stesso tempo (im)possibile. Se Eureka di Jim O’rourke potesse essere considerato anche solo per un momento come un dispositivo ingenuo, i contorni del suono di Lavender Diamond uscirebbero dai margini di un qualsiasi frame. Becky ha il mood di un soprano, la forza di Kate Bush e la capacità narrativa delle grandi Chanteuse come Nico o Karen Carpenter , e sono consapevole del rischio di servirmi di icone, quindi di segni troppo definiti, cosi da preferire il suono impermanente della musica e della voce di Linda Perhacs come immagine/riferimento impossibile degli anni ’70. Chiunque si trovi ad ascoltare un album come Parallelograms può correre il rischio di sperimentare una forma di sospensione e di vuoto atemporale molto simile alla visione di un film come Badlands; l’incubo di una traccia che è marcatamente vicina alla rappresentazione di una cultura, di un tempo storico, e che al momento di essere troppo aderente al suo oggetto, se ne distacca perforandone i limiti. In un’intervista rilasciata al LA Weekly, parlando della sua tecnica vocale Becky Stark, nell’apparente semplicità delle sue parole, ha parlato proprio di quest’epifania di fantasmi, riferendosi alla tecnica vocale che utilizza come ad un lavoro di produzione del suono che deve tendere verso qualcosa che trasmetta gioa;
quando suono, è come se in realtà cantassi senza utilizzare la chitarra, per via del mio tocco quasi invisibile, essenziale. Questo mi fa sentire come se suonassi la musica stessa, o per lo meno si crea questa illusione. Posseggo solamente una chitarra, me l’ha regalata mia madre; è una Dime-store costruita in giappone nel 1970; era nella soffitta di mia madre, quando lei ha traslocato. […] Comunemente non pensiamo al suono come materia; ma è così e penso si tratti del nostro modo di comprenderci come finiti. L’apocalisse è la fine della coscienza limitata; che è quello che stiamo sperimentando adesso; quindi, perchè aver paura della nostra natura infinita?
I lavender Diamond operano a Los angeles, sono un quartetto composto dalla chitarra di Jeff Rosenberg (il transfuga dai Young People), la tastiera di Steve Gregoropolous e le percussioni di Ron Rege Jr. Il loro folk da camera conduce verso lo stupore, e dal loro Ep di debutto, The Cavalry Of Light, Indie Eye vi propone il download di una serie di brani disponibili sul sito ufficiale della bandm tra cui una traccia di Becky Stark tratta dal suo album solista, Artifacts of the Winged.
Scarica i Brani di Lavender Diamond e di Becky Stark
- rise in the springtime (Lavender Diamond)
- you broke my heart
- why o why (Becky Stark)