venerdì, Novembre 15, 2024

Marissa Nadler – Little Hells – (Kemado – 2009)

Esce in questi giorni «Little Hells», quarto capitolo della produzione discografica di Marissa Nadler. Dopo tre album che l’hanno giustamente imposta come una delle più dotate cantanti del panorama del ‘nuovo’ folk, è comprensibile che Marissa abbia sentito l’esigenza di muovere qualche passo in direzioni diverse. Nulla di rivoluzionario beninteso: se i brani sono più arrangiati che in passato, il suono continua ad essere comunque prevalentemente acustico, così come il mood generale resta tenacemente sognante e inquieto. Se dunque a farla da padrone è sempre il caratteristico finger-picking e la sua voce languida e sinuosa, tuttavia si presentano più spesso gli episodi in cui il pianoforte o la tastiera vengono preferite alla chitarra e in alcuni brani per la prima volta Marissa Nadler si lascia tentare da suoni più elettrici o – addirittura – sintetici. Già in apertura le tastiere morbide di “Heart Paper Lover” lasciano intendere possibili novità e spostano le consuete atmosfere oniriche su una dimensione sobriamente psichedelica à la Beach House. Più audace ed eclatante è ancora il caso di “Mary Come Alive” che si apre con un il suono di una drum machine e si arrichisce di chitarre misuratamente shoegazing e synth dal sapore wave, uno degli episodi migliori dell΄album che rivela una sensibilità sorprendentemente vicina all΄estetica dei Cocteau Twins (oltre all΄inevitabile e giustificato raffronto con la voce di Elisabeth Fraser). Tra i brani più in sintonia con il tradizionale repertorio di Marissa Nadler, toglie il fiato la scintillante tristezza di “Ghosts And Lovers”. Che sia l’inizio di un nuovo percorso o la semplice influenza della produzione di Chris Coady (già al mixer per Blonde Redhead, !!!, TV On The Radio, Grizzly Bear e altri ancora), le canzoni di «Little Hells» non si lasciano derubricare alla voce ‘album di transizione’ ma resistono grazie alla loro tenace bellezza.

Marissa Nadler su myspace

River of Dirt, il video diretto da Joana Linda tratto da Little Hells

Gigi Mutarelli
Gigi Mutarelli
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