Polite Sleeper – Lake effect (2009, Expect Candy)

Lake effect degli americani Polite sleeper è un disco curioso. E non tanto per il timbro assillante di Orlovich o per quel suo sagace appeal che, fuori dagli schemi e scevro da ogni logica temporale, lo inserisce in quel territorio ibrido che taluno colora di weird, talaltro di altfolk (per me ricco comunque di sfumature per apprezzarlo e sentirlo confortevole) quanto perché riesce a riproporre le stesse amenità di Pavement e Sebadoh con una singolare verve isterica, pungente, intelligente, retaggio (neanche tanto celato poi) del passato punk degli ormai sciolti The Yellow Press dalla cui costola son venuti fuori. Non certo cosa da poco. Uno sguardo sicuramente più diretto dei Guided by voice (These are not fall colors) ma con lo stessa mania di solleticare l’udito attraverso un songwriting articolato e maturo (Driving Ohio) che rende questo low-fi abilissimo a dimenarsi tra i percorsi ibridi di un pop sghembo, ora vintage, ancora modernissimo. Una obliterazione acustica che lo pone a metà tra Shara Worden meno mondana (Crushed, Lake effect) e Will Oldham in ghingheri (From Waiting List to Walk In). Le affinità elettive con i Mountain Goats non scemano tuttavia i pregi che l’album possiede ma ne tradiscono talune eredità lisergiche, rendendole dunque derivative ed è innegabile quanto sia complicato riuscire ad assimilare il tono “epico” di Orlovich, che sembra, a dire il vero, molto più adatto ad un musical che non ad essere digerito tutto in un full lenght. Nonostante non credo che il folk sia come il colesterolo, sono convinto che un giorno comunque ci si stancherà di sentire le solite solfe. Non però fino a quando tanta creatività sia messa a bollire.