Trio femminile da Liverpool, le Stealing Sheep sembrano riuscire, con notevole capacità di sintesi, a coniugare la scuola folk pop americana degli ultimi dieci anni con un’oscurità che proviene certamente da ascolti psych ma anche dalle storture di band come Heavens to Betsy, Sleater Kinney, anche se il risultato punta maggiormente a forme armonizzanti e complesse textures corali che vanno dal vaudeville al soul. I Am the rain Ep, pubblicato grazie ad una Join tra la londinese Idle Fret e il Red Deer Club di Manchester, è stato registrato in una serie di locations tra cui gli Abbey Road Studios, una fabbrica di te “convertita”, una camera da letto e una vecchia palestra abbandonata. Trainato da una forza percussiva sotterranea, un muro di synth analogici e come si diceva, una propensione alle armonizzazioni dal pop a certe reminiscenze Calypso, l’ep è un nuovo tassello di sicuro interesse per la band di Liverpool. Già tenute d’occhio da Gilles Peterson e Rob Da Bank su Radio 1 e da Steve Lamacq su BBC 2, le Stealing Sheep hanno portato a termine un breve tour europeo e registrato una session live per BBC Radio 1. I Am the rain ci è sembrato un piccolo, breve, notevole lavoro; tracce come la tribale Noah’s Day, l’apparentemente velvetiana title track, che scivola immediatamente verso un’ipnosi vocale irresistibile, l’elettronica imperfetta di Secrets, unica traccia con le voci sullo sfondo e un doom percussivo in primo piano che ne fa un’esperienza tra dub e primitivismo tribale di ascendenza soul, il vaudeville disfunzionale di Bats, sono gli ingredienti per la musica di un combo decisamente non convenzionale.
I Am The Rain – Stealing Sheep (da StealingsheepTV)
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