La mia siepe di peonie giganti è ancora spoglia e, nonostante gli ettolitri d’acqua che quotidianamente somministro loro, le mie ortensie sembrano così vizze! Se non fosse per lo sparuto pigolio di uccelli e per questo disco così dannatamente adulatorio dubiterei perfino dell’arrivo della primavera! Adula chi seduce ed Andrew Kenny (udite, udite) conosce bene questa logica.
The Wooden Birds è l’ennesimo occhiolino che Kenny fa al mondo. Tuttavia non faccio segreto di essermi ispirato spesso ai suoi American Analog Set, piuttosto che ai più recenti Broken Social Scene cui credo di aver venduto l’anima anni orsono (o forse era solo un prestito ma non è molto importante?!?) Ciò che è importa è scoprire, con sommo piacere, quante volte il nome di Kenny sia stato associato alle esperienze più interessanti nell’ultimo decennio. Come non menzionare così gli Ola Podrida, Her Space Holiday e Ben Gibbard (Death Cab For Cutie)? Come non farlo ancora con Styrofoam, Arthur and Yu ed Album Leaf? Tutte esperienze che hanno in comune qualcosa: gli esiti, assolutamente convincenti! Ma che Kenny non lesini collaborazioni con chicchessia non è una notizia. Almeno non è la notizia.
Magnolia appena pubblicato per Morr Music è la notizia. Un nuovo, ennesimo, riuscitissimo collage di raffinatezza ed eleganza folk che rabbonisce i pensieri al primo tocco. Non so se sia più il tepore che tutto il disco profonde piuttosto che gli arrangiamenti soffici, eterei, sognanti, fatti di rintocchi percussivi downtempo, suoni legnosi homerecording ed atmosfere intime al gusto indie oltre la voce femminina di Kenny che sublima uno stato d’essere già abbastanza preordinato alla dolcezza a cui questo full lenght ti assuefa lungo tutto il suo incedere.
Vedo così un angusto appartamento ad Austin, attorno ad un tavolo…una chitarra: «…bene il riff sembra quello giusto, perché non farne una finestra sul mondo?»
Ad accompagnarlo questa volta c’è David Wingo (voce degli Ola Podrida) Chris Michaels (il suo produttore) Leslie Nisson (American Analog Set), Mike Bell (drummer dei Lymbic System).
Immaginate un Devendra Banhart innamorato. I Fredrick meno sperimentali e più pop. Mazzy Star e Maria Solheim che duettano con Nouvelle Vague. Insomma se la vostra immaginazione vi aiuta davvero avrete almeno il 50% di ciò che Magnolia potrebbe darvi…e non è poco, credetemi!
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