La voce di Erika Alexandersson (Angell) sembra entrare più volte in contatto con l’anima tribale di Bjork, ma un momento prima di graffiare e rompersi rivela un propellente soul ricco di possibilità, ed è durante questo passaggio che la musica dei Thus: Owls assume forme dello spirito terrificanti; il lamento progressivo di Yellow Desert, l’improvvisa esplosione corale di Eagles Coming in, il clangore spettrale di Climbing the Fjelds of Norway, il Jazz terrestre di Sometimes e quello astrale di The sun is Burning Our Skin, la processione popolare di When She Arrived, l’ipnosi favolistica di Let Your Blood Run, le origini lontane di un’America scarnificata nel sangue di My Thoughts Aint’t Lovely, il magma visionario di A Volcano in My Chest, il racconto tradizionale ed errabondo di You Arose to the Gods, il canto ancestrale tra oriente e occidente di The Atlantic. Sono grumi di sangue che si formano nelle vene di un Jazz irregolare, difetti vascolari appunto che già nella musica di Efterklang si dibattono per affermare un legame con la terra attraverso il caos degli elementi strumentali ricondotto ad una coesione propulsiva e di insieme; nel collettivo di Stoccolma guidato da Erika c’è qualcosa di simile ma l’esaltazione ritmica di tutte le superfici perde per strada possibiili tentazioni liriche e ambientali imboccando la strada impervia della malformazione timbrica, del ticchettio ossessivo, con un’incisività che avvicina il sound di questo sorprendente debutto al Jazz preformale di Wildbirds & Peacedrums senza quella dialettica spietata tra voce e motore percussivo; Cardiac Malformations si permette esplorazioni e varianti più ricche senza saturare e abusare dell’ensemble. Nel percorso vocale di Erika per certi versi ci sono le stesse tracce accademiche che Shara Worden ha assimilato durante gli anni della sua formazione, senza quel senso di vertigine eccessiva che spesso confina gli affascinanti intarsi vocali di My Brightest Diamond nel recinto di un mondo eclettico, paesaggistico, vicino alle descrizioni “mondane” di Yma Sumac. La performer Svedese preferisce aderire ossessivamente al sistema timbrico che costituisce la tessitura principale del suono Thus: Owls, la cui derivazione, grazie alla presenza di Cecilia Persson, è in parte legata a un’esperienza come quella dei Paavo, senza che ne siano replicati gli orpelli beneducati in odor Ecm e distillando il tintinnare schizoide di Sofia Jernberg (la voce dei Paavo) dai suoi florilegi sin troppo morbidi ed eterei; Erika Alexandersson introduce ferocemente un minimalismo “rock” più incisivo, crudele, geometrico ma non evita i difetti del cuore.
Thus: Owls live @ Scopitone – prod. La Blogoteque – 14 Min
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