venerdì, Novembre 22, 2024

Youth Lagoon – The Year of Hibernation (Fat Possum, 2011)

In una cameretta di Boise, Idaho, il ventiduenne Trevor Powers ha vissuto un anno d’ibernazione, un tempo di riflessione e scrittura in cui si è liberato dai suoi fantasmi del passato trovando un modo delicato di esprimersi. Per una volta tanto le etichette riassumono bene lo stato dei fatti: definire questo disco bedroom pop è un po’ come dire: “è proprio andata così”. Un album breve e uniforme, The Year of Hibernation cerca per sé un ascoltatore malinconico, alla ricerca di un intimismo indulgente, un orecchio accostato alla parete che si lasci cullare da un suono ovattato, come quello dei pensieri che rimbalzano in testa. E poiché la solitudine non è mai troppo foriera di vibranti sensazioni, il piccolo Trevor vi canterà più di angosce e disillusioni che di eccitanti scoperte e amori spassionati. Gli otto pezzi sono semplici, attaccano con una flebile voce lamentosa, in genere accompagnata da un piano dissonante o da tastiere felpate, su cui si inerpicano timide trame elettroniche e chitarre soffocate dai riverberi. Pensare a Perfume Genius sentendo l’inizio di Montana è piuttosto immediato (da vedere lo splendido video di Tyler T. Williams). Eppure Powers dipinge il suo piccolo mondo autistico a modo proprio, movimentando qua e là la sua vocina instabile con qualche fischio e cinguettio o con un eccesso isterico da cui talvolta diparte, come nell’emozionante July, un iridescente sconfinamento nell’estasi. Afternoon, che apre il disco, è una marcia fischiettante di chitarra e drum machine verso il prossimo sogno ad occhi aperti, mentre la ripetitività elementare di Cannons si rannicchia sotto le lenzuola, astutamente controbilanciata dai più netti saliscendi elettronici di Daydream, che potrebbe essere un demo registrato dagli Yeasayer in stato di dormiveglia o un primo esperimento di bedroom disco, chi lo sa. Proprio quando il disco sta per finire sulla pioggia di “oh oh oh” di The Hunt vien voglia di alzare il volume e ricominciare da capo. Chiedere di più sembra quasi un’intrusione.

Redazione IE
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