venerdì, Novembre 8, 2024

Refused – The Shape of Punk to Come: a Chimerical Bombination in 12 Bursts – Deluxe Edition (Epitaph, 2010)

Pervasi dal medesimo spirito antagonista che negli anni ’90 animava l’underground di New York (Born Against) e Washington DC (Fugazi, Nation of Ulysses), gli svedesi Refused seppero sintetizzare le migliori intuizioni dell’hardcore statunitense, cibandosene avidamente per poi rigurgitarle sotto forma d’ibrido feroce e contaminato. Il loro terzo (e ultimo) album The Shape of Punk to Come: a Chimerical Bombination in 12 Bursts si sarebbe rivelato un’opera seminale con cui tutto il movimento avrebbe dovuto fare i conti. Il songwriting di qualità superiore, la propensione verso elementi sperimentali, la produzione compatta e aggressiva – molto più vicina al metal che alla bassa fedeltà tipica del punk – conferiscono tutt’oggi a questo capolavoro un’aura d’innegabile fascino. Originariamente pubblicato nel 1998 e già ristampato dalla Burning Heart nel 2004, The Shape of Punk to Come è ora ripresentato dalla Epitaph di Brett Gurewitz (Bad Religion) in formato Deluxe. Oltre alla scaletta originaria, la nuova ristampa comprende un live registrato nel ‘98 a Umeå, cittá natale del quartetto, nonché  il DVD Refused are Fucking Dead, documentario postumo che rievoca gli ultimi traumatici giorni della band e il successivo scioglimento. Tirando in ballo Ornette Coleman fin dal titolo, la terza prova dei Refused  si inserisce volutamente nel solco di una tradizione rivoluzionaria, tanto a livello politico (le note di copertina costituiscono un torrenziale e perentorio manifesto anti-capitalista),  quanto musicale. Due piani strettamente connessi, se è vero che la diffusione di contenuti innovativi richiederebbe sempre l’uso di forme innovative. Non si può negare che The Shape of Punk to Come appartenga al filone hardcore: l’intensità dell’esecuzione, la brutalità dei riff e i testi incendiari collocano senz’ombra di dubbio l’opera fra i migliori prodotti di genere. Tuttavia, a fronte di un approccio mediamente ripetitivo e conservatore, i quattro di Umeå furono maestri nell’accogliere stimoli provenienti da diversi bacini musicali, rielaborandoli poi con esiti sorprendenti. È il caso di New Noise o dell’intermezzo Bruitist Pome # 5, brani in cui l’influenza dell’elettronica è facilmente avvertibile. The Deadly Rythm riserva un inatteso bridge jazz, mentre la lunga introduzione di violino e violoncello che apre Tannhäuser / Derivè costituisce uno dei momenti più intensi all’interno della discografia del gruppo. Altrove quel che incuriosisce non è tanto l’ibridazione con l’esterno, quanto la volontà di sovvertire le consuete dinamiche interne. L’incedere monolitico di Worms of the Senses / Faculties of the Skull è spezzato da repentini break funk, mentre Refused are Fucking Dead tradisce l’influenza dei Fugazi: la chitarra passa da potenti staccato ad un riff contorto, sostenuto da una monumentale performance di batteria. Accanto all’indiscusso carisma del cantante Dennis Lyxzén (in seguito fondatore degli International Noise Conspiracy), l’abilità di David Sandström alle pelli è l’arma segreta su cui la band ha sempre potuto contare. Un senso del groove tanto sviluppato pone ovviamente i Refused ad anni luce di distanza dalla monotonia ritmica dei coevi gruppi hardcore. Episodi più “radiofonici” come Liberation Frequency (che irride le naturali progressioni piano/forte), l’epica Summerholidays VS. Punkroutine o la title track abbandonano le velleità sperimentali per concentrarsi sul rilascio di pura energia: l’elemento melodico, bilanciando l’approccio rumorista delle chitarre, non fa altro che rendere i brani più coinvolgenti ed immediati. Fatte le dovute proporzioni, basta osservare l’emo contemporaneo per rendersi conto di come l’influenza della band si sia estesa incredibilmente anche all’ambito mainstream. D’altra parte i nostri hanno fatto scuola con un look ricercato e con perfette movenze sceniche, non meno che con i propri granitici riff. “Rather be forgotten than remembered for giving in”, cantavano i Refused, ma la frequenza con cui la loro pietra miliare viene riproposta ai consumatori ci conferma che nessuno si è ancora dimenticato di loro.

Federico Fragasso
Federico Fragasso
Federico Fragasso è giornalista free-lance, non-musicista, ascoltatore, spettatore, stratega obliquo, esegeta del rumore bianco

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