venerdì, Novembre 22, 2024

A Dog to a Rabbit – A Dog to a Rabbit (Lady Lovely, 2010)

L’etichetta torinese Lady Lovely ci propone un altro esordio dopo Betzy, già recensito su Indie-Eye da questa parte, ovvero quello del trio fiorentino A Dog to a Rabbit, dedito a un rock sintetico e immediato, ma ricco di particolarità. Le undici tracce di questo debutto attingono a piene mani da molte fonti, ad esempio dai Pearl Jam degli esordi e dai Queens of the Stone Age, ma anche dal britpop che alla fine dei ’90 si apprestava a aprire le porte al nuovo indie rock anglosassone; infatti una connessione forte è con certe sonorità dei Blur post punk della maturità, di B.L.U.R.E.M.I. e Bugman per intenderci. Queste influenze vengono efficacemente fatte proprie dal gruppo, soprattutto grazie all’essenzialità del terzetto basso-chitarra-batteria, che non li esonera però dal costruire architetture melodiche convincenti nello stile dei maestri assoluti Television. La preparazione musicale e tecnica viene usata per costruire impalcature su tempi alternativi al quattro quarti, e lo stile ci guadagna in personalità. Tuttavia non sempre gli episodi sono convincenti: l’omogeneità del suono alla lunga può stancare, fortunatamente brani come la carnevalesca 4 Rules e la desertica Like a Play salvano dalla monotonia. Gli A Dog to a Rabbit a questa prova strappano una degna sufficienza, ma considerando le loro doti possono fare molto di più e riuscire a evitare il pericolo del possibile sbadiglio di metà disco.

Elia Billero
Elia Billero
Elia Billero vive vicino Pisa, è laureato in Scienze Politiche (indirizzo Comunicazione Media e Giornalismo), scrive di dischi e concerti per Indie-eye e gestisce altri siti.

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