Il sottotitolo recita “una raccolta sulla nuova scena fiorentina”: selezione curata da Elena Raugei, giornalista musicale (Il Mucchio) e autrice di alcuni libri (su Afterhours e Carmen Consoli) e licenziata dalla label (che si occupa anche di promozioni e live tour) A Buzz Supreme di Andrea Sbaragli. Difficile capire il reale intento di operazioni come questa: sincera volontà di scoprire nuovi talenti (raggruppati più o meno forzatamente in una “scena”) o semplice promozione degli artisti del proprio roster, dato che tutti i gruppi – o quasi – in qualche modo fanno parte della label in questione? Ai posteri l’ardua sentenza: a noi è stato chiesto di occuparci della musica, quindi sotto.
Se c’è un filo conduttore che accomuna la maggior parte delle bands è sicuramente una predisposizione per sonorità oblique ed alt-rock: che siano memorie immerse negli anni ’90 (Blue Willa, parecchio riot, Granprogetto, chitarre college rock invero parecchio fragorose, Bad Apple Sons, ancora troppo legati al modello Marlene Kuntz, Underfloor e La Duma, tendenze autoriali su basi rock) o revivalismi sempre ben accolti (l’indie garage albionico di Vickers e Hacienda, il brit rock parecchio brillante degli ottimi Velvet Score, il dream pop epico degli altrettanto buoni Ka Mate Ka Ora, il math rock dei Karl Marx Was A Broker) l’indie rock presente in questa raccolta sfugge quasi sempre in modo piacevole da facili banalità. Certo, non tutto è perfettamente a fuoco (ad esempio non convince appieno il nuovo progetto di Samuel Katarro, King Of The Opera) ma tra vecchie conoscenze (gli ottimi Walking The Cow con il loro indie-folk) e nuove sorprese (il synth punk spigoloso di Tribuna Ludu, gli sperimentalismi venati di acid blues dei Plastic Violence) la compilation scorre piuttosto bene. Chiudiamo citando il resto delle bands: gli sperimentalismi venati di techno dei Dilatazione e quelli minimal di unePassante, i muscoli dei Kill The Nice Guy, i Gaetanismi schizzati dei Mangiacassette.
A tutti, belli e brutti, un sincero in bocca al lupo.