File under: avanguardia. Ma non solo: nell’ultimo lavoro della one man band di Marco Bernacchia (un EP di 6 pezzi per la durata di poco più di 20 minuti) vi è l’intenzione ferma di far coincidere un sentire esplicitamente acustico e minimale a delle spinte che siano al contempo avanguardiste ma ben piantate in un assetto che sfrutta coscienziosamente, in egual misura, tradizioni blues folk memori del Wyatt più oniricamente spregiudicato e rumorismi del nuovo noise più freak ed instabile. Ci si cala dunque in una natura, come suggerisce il titolo, contemplativa ed allo stesso tempo minacciosamente psichedelica; c’è quiete, ma la sensazione che qualcosa possa incombere all’improvviso sopra le nostre teste è palpabile. Disco ovviamente di non facile assimilazione (di cui si consiglia l’ascolto in cuffia, indispensabile per cogliere le numerose sfumature) Into The Nature è un lavoro altamente destrutturato, sfuggente e dalle sonorità inconsuete: quando fa capolino la voce, come in Hole In The Sun, sembra di ascoltare un Bon Iver sperduto nei boschi, trasognato e distante. Bernacchia si è avvalso dell’opera di numerosi collaboratori, che hanno donato all’album molteplici atmosfere ed input: per citarne un paio, Francesca Amati alla voce e Nicola Santini alla tromba. L’ EP esce in formato cd in edizione limitata (nota di merito per l’artwork) ed è scaricabile sul sito dell’etichetta