“Non puoi più decidere come sarai”, dicono gli Afterhours ne La tempesta è in arrivo, primo singolo tratto da Padania. Frase non applicabile al gruppo milanese guidato da Manuel Agnelli, che con questo disco prende decisioni coraggiose, rilanciando la propria sfida musicale e lirica. Una sfida innanzitutto tutta interna alla band, che si confronta senza paura con ciò che è stata, ciò che è e anche ciò che sarà.
Ciò che è stata, perché l’album segna il rientro in formazione di Xabier Iriondo, che fu colonna del suono After negli anni ’90. E non mancano infatti i brani chitarristici furiosi e rumorosi che furono marchio di fabbrica della band agli esordi e in cui Xabier si fa sentire, come se il tempo non fosse passato, accanto ad altri in cui dà libero sfogo alla vena sperimentale che ha sviluppato sempre più dopo l’uscita dal gruppo.
Ciò che è, perché gli ultimi anni non sono stati cancellati e la lezione de I milanesi ammazzano il sabato e de Il paese è reale è ancora viva e presente, anche dopo l’addio di Enrico Gabrielli, che tanta parte aveva avuto nelle architetture sonore di quelle prove, rimpiazzato in parte da Rodrigo D’Erasmo e dalle sue partiture, che danno un ruolo importante come non mai al violino in diversi brani. E anche perché la svolta lirica, più improntata al sociale (e al reale) e lontana dal cut-up, viene qui portata a maturazione completa, trasportandoci in quella Padania che per Manuel è uno stato mentale e che per noi che ci viviamo spesso è davvero due ciminiere ed un campo di neve fradicia.
Ciò che sarà, perché dall’incontro e scontro delle diverse anime degli Afterhours nasce con questo disco qualcosa di stimolante, nuovo e multiforme, capace di giocare con passato e futuro, da cui traspare la voglia di andare avanti, proseguendo con rinnovato slancio su una strada pressoché unica per qualità e attitudine nella storia del rock italiano.
Il risultato di tutto questo non è certo accomodante, ma richiede per l’ascoltatore lo stesso impegno e la stessa dedizione profusi dalla band nella realizzazione dell’opera. I brani meno complessi, come la title-track, l’altra ballata Nostro anche se ci fa male e la chiusura La terra promessa si scioglie di colpo, arrivano coi testi (lo dico? Tra i più belli della storia degli Afterhours) dove non arrivano le distorsioni o i cambi di ritmo che invece caratterizzano molti altri pezzi. Tra questi alcuni toccano vette di inquietudine e bellezza davvero abbaglianti: per esempio Metamorfosi, posta ad inizio disco a spiazzare con Manuel che si ispira ai vocalizzi di Demetrio Stratos su un tappeto sinistro di archi sibilanti prima di un’esplosione di rock decadente; oppure Costruire per distruggere, che può sembrare una ballata normale, ma nasconde un cuore inquietante alla Dream Syndicate, sempre retto dagli archi di D’Erasmo; o Ci sarà una bella luce, tra silenzi e distorsioni e Manuel ancora una volta a giocare con la voce con una sicurezza mai avuta prima; o ancora Io so chi sono, che finisce con un coro di bambini ma prima si muove su ritmi e destrutturazioni no-wave con un testo che definire amaro è poco.
Tutt’altro quindi che le canzoni inutili di cui si parla nei trenta secondi geniali ed ironici di Messaggio promozionale numero 2, che potrebbe valere per gran parte dei dischi che ci troviamo ad ascoltare in questi anni, ma non per questo, che è una grande prova da uno dei più grandi gruppi della storia del rock italiano.
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Tracklist
Metamorfosi | Terra Di Nessuno | La Tempesta E’ In Arrivo | Costruire Per Distruggere | Fosforo E Blu | Padania | Ci Sarà Una Bella Luce | Messaggio Promozionale N.1 | Spreca Una Vita | Nostro Anche Se Ci Fa Male | Giù Nei Tuoi Occhi | Messaggio Promozionale N.2 | Io So Chi Sono | Iceberg | La Terra Promessa Si Scioglie Di Colpo [/box]