Dopo un paio di ep e qualche brano sparso per il web che giustificavano delle aspettative elevate, gli Albanopower approdano finalmente a un primo lavoro di lunga durata che non delude le attese. “Maria’s Day”, pubblicato da 42 records, ci consegna una band assolutamente ispirata e dotata di un cristallino e scintillante talento ‘pop’. Utilizzo in questo caso le virgolette per sottolineare come l’approccio del gruppo siciliano alla melodia sia obliquo e felicemente condizionato da una personalità forte ed eccentrica. Dunque interessa relativamente sottolineare una filiazione più o meno diretta con i Beach Boys o con altri padri(ni) putativi, il suono e l’attitudine di Albanopower attinge con discrezione a molteplici fonti e le lascia entrare in risonanza con risultati spesso imprevedibili. Ed è fortuna rara. A cominciare da “Wash”, lunga traccia iniziale che ci introduce a un suono rock, che viene puntualmente corretto dal pop – questa volta sì californiano – della successiva “Old TV”, per perdersi e rincorrersi nelle fughe poliziesche di “My Uncle” e ritrovarsi nelle suggestioni post-rock di “We’re Santa’s Elves”. A far da raccordo a un panorama sonoro tanto articoltato, ripeto, una personalità melodica forte che trova un’identità riconoscibile proprio nella tensione che mette tra sé e i modelli di riferimento. Un gioco che consente a “Maria’s Day” riusciti e funzionali cortocircuiti spazio-temporali dove gli anni ’80 e i ’90 possono essere celebrati al pari dei ’60 e dei ’70. Basti ascoltare le tastiere discrete e suadenti di “Testa Di Ragno”, languide e sognanti come quelle degli Odawas (o direttamente dei Talk Talk?), quelle più maliziose di “Merry Christmas Darling” (autentica perla pop del disco), oppure le soluzioni elettroniche di “A Ghost O” più vicine all’estetica Morr. Insomma, “Maria’s Day” è un vero dedalo di suoni e atmosfere. C’è da perdersi e, soprattutto, ci si perde volentieri.