Chi ha confidenza con l’estetica musicale della Kranky e ama le sonorità rarefatte dell’etichetta chicagoana non avrà avuto difficoltà ad apprezzare gli Autistic Daughters già al loro album d’esordio (“Jealousy and Diamond”, 2003). Mi sono accostato a questo nuovo “Uneasy Flowers” sicuro di ritrovare quelle atmosfere conosciute, quei cantati soffusi e quelle percussioni all’insegna di un jazz dilatato e liquido e, in effetti, fin dalle prime note non ho avuto difficoltà a riconoscere una certa aria di famiglia, accogliente nonostante il mood prevalentemente malinconico e torbido. Un altro punto su cui mi sentivo abbastanza sicuro, per così dire “sulla fiducia”, era un certo pregiudizio (positivo e negativo al tempo stesso) che da un po’ di tempo accompagna le ultime produzioni Kranky le quali mi piacciono sempre – Atlas Sound, Deerhunter, Stars Of The Lid – ma senza suscitare in me grossi entusiasmi. E invece è toccato proprio al trio internazionale guidato da Dean Roberts infrangere questo stereotipo grazie a un disco emozionante e diretto, capace finalmente di trovare il difficile equilibrio necessario a coniugare perfettamente l’istanza cantautorale degli Autistic Daughters con quella ricerca di suoni e arrangiamenti cui, evidentemente, non potrebbero rinunciare senza snaturare il proprio progetto. Il passo più deciso in questo senso lo compie proprio Dean Roberts, autore di cantati più incisivi rispetto al passato e che raggiungono l’apice in brani come “Liquid And Starch” e “Gin Over Sour Milk”, canzoni dotate forse per la prima volta di una dimensione propriamente ‘pop’; le virgolette hanno il loro peso anche perché gli Autistic Daughters continuano a muoversi in un territorio musicale dove prevalgono una lentezza e una rarefazione del suono (in effetti un analogo che viene in mente è proprio il nome dei Low) che tuttavia non impediscono alle loro canzoni di raggiungere un’intensità e uno spessore drammatico inediti. Anche la title-track e “Bird In the Courtain” meritano di essere citate come esempi di una svolta discreta ma sostanziale che consente a “Uneasy Flowers” (in europa pubblicato da Staubgold) di essere segnalato come uno degli album più ispirati e interessanti degli ultimi mesi.