Imbattersi nella musica di Bardacid non può che avvenire sotto il segno della perversione, per lo meno nel significato che la parola assume come “corruzione” dei confini di un genere. C’è qualcosa di lurido in quest’artista fiorentino con una serie di collaborazioni internazionali in nuce in vista del suo primo album che dovrebbe intitolarsi Paninaros Meets Krautrockers. E non si tratta di un bluff mediatico e da oratorio come quello costruito intorno a quel burlone di Immanuel; Bardacid ha fatto parte della scena indie italiana di qualità negli anni ’90 come polistrumentista sonico, più di questo non ci è concesso
dire, ci limiteremo al moniker e a diffondere i confini del suo suono che si muove tra micromusic, il rap old skool, il kraut rock, l’afro beat e la lounge italiana di Piccioniana e Umilianesca memoria. Le tracce in preview sulla sua abitazione myspace oscillano tra l’eno/byrne di My life in the Bush of ghosts, l’aphex twin più puttanesco, i mondo movies e la pornogioia di Gerard Damiano. Dal profilo Myspace consigliamo l’ascolto di El can, meraviglia carnale o organica, nata da esperienze orgiastiche di recente memoria.