Bisogna ammettere che a volte è più difficile tessere gli elogi di un disco che parlarne male: si rischia la retorica e la banalità di parole svuotate di senso come sorprendente, interessantissimo, fantastico, tutti aggettivi che starebbero benissimo addosso a Big Saloon, il disco di esordio di Beatrice Antolini che uscirà nei prossimi giorni per il Madcap Collective in collaborazione con la Silly Boy Entertainment, ma che non gli renderebbero alcun merito. Quindi l’unica soluzione è parlare di musica, delle note che escono dal pianoforte di Beatrice, eccezionale musicista, certo, ma soprattutto estrosa, divertente, fantasiosa artista. Metti su il cd, composto da tredici brevi brani, e ti ritrovi immerso in un’atmosfera da cabaret dadaista o in quella di un circo inizio ‘900 in un susseguirsi di attrazioni e fenomeni da baraccone o in un film noir-surreale di Tim Burton dove belle e bionde bambine camminano a braccetto di un mostro in mezzo a una putrescente palude.
E una voce tenera di fanciulla indifesa infatti ti prende per mano e ti trasporta dantescamente in volo in questo turbinio di personaggi frutto della dolce mente perversa di Beatrice nel suo Saloon delle meraviglie: pupazzi animati, sinistri topi danzanti, tartarughe e pesche innamorate, bachi di mela con bambole sotto braccio, conigli dagli occhi furbi e inquietanti creature dark come coca cola shirley cannonball e le note che accompagnano questa galleria escono tutte dalla camera e dalle mani di Beatrice/Alice che riesce a suonare strumenti poco ortodossi quali un armadillo, un posacenere, un lapis, un metronomo e uno sgabello. Accompagnano il viaggio di Alice, pardon Beatrice, due bravi musicisti: il bassista Marco Sadori e Marco Fasolo che interviene su alcuni pezzi con batteria, chitarra e percussioni. Che altro dire: forse che questo disco non sembra per niente italiano ed è anche questa la sua forza, forza che auspichiamo lo porterà soprattutto a girellare allegramente per il mondo, ma anche per l’Italia, nella speranza che si faccia notare anche da noi e venga così portato ad esempio attraverso le nostre varie generazioni di musicisti. Voilà! Per dare un senso a questo vortice di inutili parole consiglio un preascolto di un paio di pezzi dal profilo myspace e anche un’occhiata a questa ironica autobiografia direttamente dal sito della Madcap.
Infine i fortunati abitanti di Ferrara, ma anche chi vi si trovasse di passaggio, venerdì prossimo 24 novembre (ma controllate perché sul sito del locale, lo Zuni, c’è un’altra data), non si dovrebbero perdere la presentazione-concerto del disco in questione. C’è anche un’anteprima Al Vapore di Marghera il giorno prima, il 23.