lunedì, Dicembre 23, 2024

Ben+Vesper / All this could kill you

all_this_could_kill_you.jpgIl debutto full lenght di Ben+Vesper prodotto da Daniel Smith per Sounds Familyre Records è di quelli che lasciano senza fiato per leggerezza e complessità; All this could kill you è una raccolta di tredici gemme pop-folk alla deriva composte dal duo e potenziate da una parte della famiglia Danielson e da Sufjan Stevens alle prese con Banjo/Piano/voci e un meraviglioso oboe che emerge dallo stomaco della traccia numero 11. Door to Door e An Honest Bluff, le due tracce d’apertura, sfiorano il folktelling dei Faun Fables grazie anche al dialogo tra la scrittura baritonale di Ben e la punteggiatura di Vesper, in abisso tra voce e accordion, fortunatamente fuori da qualsiasi rischio di impantanarsi con le odierne retoriche balcaniche. Se dovesse venire in mente un folk impossibile, sospeso nel vuoto di una timbrica ricercata non per ridondanza o effetto, ci si potrebbe agganciare al bellissimo Admonishing The Bishops, l’ep dei TFUL282 dedicato ai Sun City Girls, stessa oscurità familiare a fare da propellente, stessa deriva della scrittura capace di trasformare gli elementi del pop o la scarnificazione del folk in una ricchezza di stimoli visionari, come nella saturazione chitarristica di Live Free or Try, viaggio tenebroso verso la speranza tenuto in piedi da un drumming terreno ed ossessivo e dall’organo di Chris Weisman, in cerca di liturgie distanti. Il piano dei Carpenters di Superstar è un genoma possibile, ci riferiamo al coraggio di annichilire suoni e arrangiamenti altrimenti funzionali in una narrazione che riesca a disegnare o semplicemente a congelare lo spazio come in When Life Strikes; anche la già citata An Honest Bluff in bilico tra Love e Byrds non si fida della trappola nostalgica ma rintraccia gli elementi di un Jazz sottocutaneo, quello di Robert Wyatt o ancora dei Sun City Girls meno arditi che fiutano i benvesperpress.jpggermi della sperimentazione e della ripetizione nei mood Hawaiani. Carnaval è un capolavoro di equilibrio e bellezza ed è forse l’episodio che disegna meglio di altri questo confine tra un tracciato e la sua dissoluzione, quel rischio di perdersi che ogni tanto si affaccia nel cristallo dei Lavender Diamond (svenduti alla Matador di recente), o nel folk per radio ad onde medie composto da Red Hunter, qui con una forza e una preparazione maggiore. The floridian in questo senso è un labirinto di segni e di slittamenti di senso, con una splendida sezione centrale che recupera le danses macabre di Paul Giovanni, conflitto irrisolto tra culti pagani e cristiani che nella bellissima 8 mo., brano strutturalmente incredibile, chiude con la promessa di un flauto, prolessi per la traccia successiva, The Stomach, una ballad appesa al filo sottile di una whistling melody arrangiata da Sufjan Stevens, tra armonica e whistle appunto, e vicina ai western disfunzionali e accecanti di Monte Helmann. Sempre Stevens si affaccia con un tratto di oboe straordinario in una delle tracce più immediate dell’intero album, Rockway TWP. ascoltabile in streaming da questa pagina della Sound Familyre. Il debutto di Ben+vesper esce per il mercato Italiano grazie a Wide Records alla fine di Maggio, nel frattempo è possibile:

scaricare una versione mp3 di an Honest Bluff da questo link di Sounds Familyrie
Acquistare il primo ep della band da questa pagina
Scaricare una vecchia traccia del duo da questo link
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Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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