Romancing the Bone è il primo disco di Betzy, al secolo Fabio Cussigh già negli Amari, ideato, costruito e registrato in seguito a un suo viaggio newyorkese. Fin da subito ci rendiamo conto della presenza quasi totale degli States in ogni traccia: Just a Call, con il suo assolo remixato potrebbe essere un’outtake di Odelay di Beck, come pure Little Student; Shopgirl è Elton John innamorato del blues degli Zeppelin, dove viene sostituito il pianoforte con un synth melmoso; Mess Around e Always in the Dog House ricordano il Lou Reed di Transformer. Potrei continuare ancora con i Gomez, David Bowie e addirittura John Lennon, artisti britannici che da sempre hanno prestato molta attenzione alla produzione musicale nordamericana. Non è affatto originale questo Romancing the Bone, e lo si capisce da tutti gli spunti che giungono alle orecchie dell’ascoltatore, nonostante la produzione volutamente lo-fi cerchi di spostare l’asse percettivo. Se scarnificato, è un album di allegri midtempo acustici che approcciano al pop partendo sempre dal blues più sporco e dal rock glam dei primi anni ’70. Gradevole all’ascolto e abbastanza convincente come prima prova.