giovedì, Dicembre 19, 2024

Big Harp – Chain Letters

Due cuori e un mini-van. Si potrebbe riassumere così la, felice, unione di Chris Senseney and Stefanie Drootin in Senseney. Costei, bassista in The Good Life e turnista per  Bright Eyes, She and Him, nel 2010 forma con Chris Senseney Big Harp; ne seguono un album, un matrimonio, un figlio e poi un secondo. Chain Letters è il secondogenito in formato traccia, uscito per la prolifica Saddle Creek.

A frenare gli entusiasmi per Chain Letters, è forse l’ombra di White Hat, disco di debutto uscito solo sei mesi prima lo start up del nuovo lavoro. Un disco decisamente più elettrico e ricco di fuzz che abbandona la linea vergata da White Hat, allontanandosi dai suoni arcadici e quasi pastorali che lo connotavano. Chain Letters prova ad essere una galleria di storie, una mostra di personaggi e di racconti che spaziano dal fiabesco al reale. Accade così che nel disco sfilino vari prototipi di umanità, da quella eroica di You Can’t SaveEm All fino a giungere a quella farsesca di Call Out The Cavalry, Strike Up The Band.

Un mix di suoni e di sensazioni che oscillano nell’orbita di un cabaret oscuro e meditabondo, un folk cittadino sufficiente oliato dai fumi di vino, sigarette e whisky. È il caso di Good News o Outside in the Snow dove lo sfrigolio fra blues e rock produce il massimo dei risultati. Nulla da dire, Chain Letters è un buon album, ma non riesce a superare la soglia dell’apprezzamento. Non coinvolge, non ha pezzi trascinanti, nessun gancio che faccia decollare l’album ad un secondo livello. Infine, è decisamente arduo scrollarsi dalla mente un rimando costante ad un altro duo d’oltre oceano, i Black Keys, cui sia la voce di  Chris Senseney sia l’impasto rock-blues, richiamano in più occasioni. Big Harp resta una famiglia promettente, da seguire attendendo l’uscita dallo stato di adolescenza.

Giulia Bertuzzi
Giulia Bertuzzi
Giulia vede la luce (al neon) tra le corsie dell'ospedale di Brescia. Studia in città nebbiose, cambia case, letti e comuni. Si laurea, diventa giornalista pubblicista. Da sempre macina chilometri per i concerti e guadagna spesso la prima fila.

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