Il secondo disco dei del duo di Brighton Blood Red Shoes esce a distanza di due anni dal debutto su Mercury Records Box of Secrets, con con il quale guadagnarono un certo successo e grandi aspettative, soprattutto in madrepatria, per l’atteso follow-up. Presto si cominciò a vociferare di un presunto ingentilimento dei suoni, dovuto principalmente all’inserimento più massiccio di archi nelle canzoni, sulle orme di quella Hope You’re Holding Up del primo disco, unico pezzo non interamente suonato dai nostri, ma accompagnato al violino da Harriet dei Los Campesinos! Laura Mary-Carter (voce, chitarra) e Steven Ansell (voce, batteria) non cambiano invece le carte in tavola: il loro è sempre un indie-rock ruvido che, nei suoi momenti migliori, recupera le sue radici post-punk e cita pulsioni wave. Alla produzione un veterano del british-rock ultima maniera, il Mike Crossey già al lavoro con Arctic Monkeys e Razorlight. Si ripropone dunque una vexata questio: rimane ancora qualcosa di cui stupirsi di fronte a un sound così riconoscibile? A prima vista Fire Like This non offre particolari deviazioni dal filone brillantemente rappresentato da Yeah Yeah Yeahs, Klaxons o gli stessi Arctic Monkeys. La partenza è molto energica con Don’t Ask e Light Up, entrambe elette a singoli per il loro evidente piglio catchy, ragionate la prima su un ritmo veloce e riff incalzanti, la seconda su una linea vocale fin troppo tesa al sing-along di massa. Il retrogusto grunge rende particolarmente spigolose It Is Happening, Keeping It Close e Heartsink, confermando l’intenzione della band di non discostarsi affatto dall’impronta del primo disco. Pur nella loro convenzionalità risultano più interessanti proprio i pezzi meno votati all’esplosione immediata: When We Wake, esile cantilena oscura che con qualche accorgimento electro non avrebbe guastato tra le mani di Karen O e compagni, mentre gli oltre sette minuti della conclusiva Colours Fade sovrappongono cori ripetitivi a distorsioni maniacali che ricordano Queens of The Stone Age e certe atmosfere fugaci di Auf Der Maur. Non rimane molto da sviscerare quando gli elementi in gioco tendono a rincorrersi senza scompaginare le aspettative. Fire Like This restituisce divertimento a un pubblico che del piacere per il riconoscimento riesce a far tesoro. Che possano smuoversi le acque dopo tutto questo fuoco.