L’esperienza sonora della ventiquattrenne Helena Sundin si diffonde attraverso il moniker Cake on Cake. Songwriter di umeå, Svezia, Helena suona produce e registra la sua musica in uno studio di registrazione costruito in casa. I layer che si sovrappongono al suo immaginario musicale sono elementi di voce, piano, organo, Xylofono, chitarra, mandolino, melodica e un pattern di percussioni ossessive; il tutto incollato da un background glitch che sembra proprio il layout retorico ineludibile per chi duella con i (dis)agi dell’home recording. Il suo album di debutto, I see no stars, è stato pubblicato nel novembre 2005 dalla Desolation Records di Richmond, ed è prevista una diffusione Europea per l’estate 2006. I see No stars, immerso in un’apparente e generica narcolessia Pop, si serve di alcuni criteri etnico-tribali a bassa fedeltà per minarne il meccanismo, disperde tutto in venti tracce (im)memorabili con effetto dissipativo e allo stesso tempo proiettato verso il superamento della formula chiusa. La title track è un’esempio fulminante di questo procedimento; un brano concentrico che sposta orecchio e cuore fuori da segni e cerchi con la tecnica della sovrimpressione; voci, glockenspiel, vibrafono, una splendida nenia infantile e demente; piccolo omaggio ai Can, tra la camera e la cucina.