Un prodotto solido non si lascia facilmente imbrigliare in schemi e categorie di genere. Specie quando i musicisti che ne fanno parte sono smaliziati ed esperti, e, soprattutto, si avvalgono di collaborazioni che fanno invidia alla gran parte del panorama post emergente non solo italiano. Pipitone (Marta sui Tubi), Fiorenza (42records) e, in grandi quantità, Donadello dei Giardini di Mirò che ha curato in maniera maniacale (e personale) il disco, registrandolo nel suo studio Alpha Dept di Bologna. Si parlava di genere. Indie, Post, Math Rock si mischiano e creano atmosfere lucide e opache, dal sapore cinephile, di una concretezza a tratti disarmante, di certo contemporanea. Passione per il 7/8 a go go, che si perde in alcune lungaggini, talvolta ostentato, ma che riesce quasi sempre ad esplodere in temi di acuta sensibilità e, in alcuni frangenti, di rara bellezza. Accompagnati da suoni vibranti, fisici, ancora una volta concreti. Forse la voce tenuta troppo nascosta può creare un falso senso di attesa, che, nel lungo periodo può stancare, ma ne rimando (con ansia) un ascolto dal vivo, affiancato da videoproiezioni intelligenti magari. Pronti per il tempo pieno.
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