Ah che bella la micromusic! Cobol Pongide interviene con un cd di debutto, Musica per Anziani Cosmonauti, a dirci che il fenomeno esiste ancora ed è vivo e vegeto, più in salute che mai. Il concept è nei cliché del genere, ovvero il trionfo degli 8-bit, dei robottini di plastica e delle navicelle russe degli anni 50 e 60, però che dire, sono talmente carini, dolci, malinconici, che un po’, il cuore si scioglie. Johan Kotlinski e Oliver Wittchow c’ avevano visto lungo, a pensare che il gameboy (il primo) e il nintendo (il secondo) potessero perdere il loro significato originario di piattaforma di gioco per dodicenni sfigati (ci siamo passati in molti) e acquistare la dignità di strumenti d’ avanguardia. Se in più ci mettiamo il catalago anni 80 della Bontempi e della Casio, qualche sintetizzatore Chicco (quelle con le segome degli animali al posto dei tasti magari), e un bagaglio di filtri e convertitori self made il gioco è fatto. Due pecche ci sono: pubblicità occulta e fiera del vintage, ma passiamole per buone, visto che riciclare è un ottimo messaggio educativo. Chiamiamoli pure i Jean Jacques Perrey del 2000. I ragazzi e i loro automi (6 in tutto) sono di Roma, le tracce sono 15 (tutte sintetiche per suoni e durate) e ci sono anche tre video backstage omaggio. Un’ autoproduzione impeccabile e di altissimo livello iconico. Consiglio un salto sul loro sito, http://www.cobolpongide.org/