A conferma della lungimiranza di un’etichetta come La Tempesta, c’è da dire che persino alcuni suoi gruppi “minori” rivestono concreti motivi d’interesse. Prendiamo i Cosmetic e il loro ultimo EP In ogni momento. Appena cinque brani, per di più scartati dalla scaletta di Non Siamo di Qui – album pubblicato un paio d’anni fa – e scaricabili gratuitamente dal sito dell’etichetta. Ciononostante, brani provvisti di maggiore spessore rispetto a quelli di molti long playing ascoltati quest’anno. Il valore di tali composizioni risiede nel fatto che, pur muovendosi in un territorio a rischio di smottamento verso il patetico, riescono miracolosamente a non collassare mai. Canzoni da sfigati a cuore aperto come queste avrebbero fatto la gioia di qualunque teen-ager negli anni d’oro dell’indie rock americano, quelli in cui il punk aveva sfondato. Giri di basso profondo e ultra distorto a reggere l’impalcatura, chitarra che ricama fantasiosi arzigogoli e di tanto in tanto si perde in digressioni lisergiche, voce distante e apatica che sussurra confessioni da cameretta adolescenziale fuori tempo massimo, e che nonostante tutto intona parole meritevoli di essere ascoltate. Tanta melodia e altrettanta malinconia. Un canovaccio sonoro che mischia Hüsker Dü, Dinosaur Jr, Pixies, Jesus and Mary Chain. Per rimanere sul piano italiano, provate ad immaginarvi gli Altro in versione buonista, o dei Verdena in grado di articolare frasi di senso compiuto, e capirete cosa voglio dire. In rapida sequenza scorrono schegge wave nervose, lanciate in coda verso derive psichedeliche (In ogni momento aspetto che arrivi qualcosa a distrarmi, Thomas), un inno indie-rock definitivo (quella Prima o poi inspiegabilmente esclusa dalla scaletta dell’album precedente), un breve quadretto acustico (Non siamo di qui) e un acquerello strumentale dove la chitarra rincorre tastiere dream pop dal gusto 4AD (Mancante). In soli 5 brani, i Cosmetic vi servono su un piatto d’argento tutto il malessere della provincia.