Finalmente abbiamo avuto la possibilità di ascoltare per intero Paper Sailboat, quello che potremmo definire l’ep di debutto di Dana Falconberry, se escludiamo Ten Birds on a Wire, album scritto a quattro mani insieme a Mark Schantz e il primo cd di Peter and The Wolf, realizzato insieme a Red Hunter. Le due tracce estratte dall’ep che si possono ascoltare da alcuni mesi presso il profilo myspace della songwriter di Austin permettevano di immaginare l’organismo di un folk inconsueto, in tempi di sradicamento seriale. La tradizione della title track, diretta ed emozionale, costruita su quel falso r/accordo che recupera ciclicamente la strofa dal tempo , e l’essenza spectoriana, desolata e drammatica di un brano come Sadie, lasciavano intuire segni di un lavoro complesso. Le sei tracce dell’ep oscillano tra questi margini, in una sospensione narrativa e visionaria che ricorda gli episodi migliori di Peter and the Wolf (il mandolino e i cori voodoo di People of the night) e la complessità in/fedele di Bobby Gentry rispetto agli standards. My Sweetheart, my dear è una ballad dolorosa dove l’uso dei backing vocals e la fisarmonica di Red Hunter disegnano il ruolo tragico dei cori nella tradizione folk trascinando la narrazione verso l’inesorabilità; la concisione di un Ep in questo senso e soprattutto in tempi di di massive download e durate abnormi, restituisce il senso del passaggio e della combinazione; e Paper Sailboat ha questa rara progressione, Leave in the middle of the night, la seconda traccia dell’ep, è una cesura perfetta e rappresenta l’aderenza più storica e antica del songwriting di Dana Falconberry, un preludio alla title track che con strumenti e una sensibilità diversa, lavora su quell’erosione della struttura che è nel Johnny Cash di I walk the line. Dana Falconberry ha una relazione molto colta con gli elementi della tradizione e Sophie, la traccia più bella, si serve del Jazz astratto di Michael Longoria, impegnato con vibes e percussioni, quasi fosse lo spettro di Raymond Scott e dei suoi giocattoli riprodotti attraverso uno schermo deformato, dove a cambiare è la velocità e il senso, ancora l’accordian questa volta suonato da Pat Guillory, si aggrappa alla visione di altre tradizioni senza cadere nella trappola della riconoscibilità, che in tempi di A Hawk and a hacksaw è davvero qualcosa di eccezionale; procedimento che fa giocare la memoria (personalissima, ci mancherebbe) con la scultura temporale di De Palma sul corpo di Black Dahlia, più Ulmer che Ellroy fortunatamente; la tradizione è congelata ad una distanza irrecuperabile, più dolorosa e in movimento, nell’accezione di e-motion. Il siparietto di Old ret hat prolettico a Leave in the middle of the night, introduce Sadie, le Shangri-Las di He Cried e Past present and Future nella loro forma più tragica, con il piano straordinario di Patty Griffin che affonda in un tempo irreale e nel sustain degli archi suonati dalle sorelle Whitmore e da Eamon Mcgloughlin; chiusura senza fine di uno degli esordi più interessanti del 2006. The Paper Sailboat Ep si può acquistare direttamente su Itunes nella versione download; per altri suoni c’è un podcast di Indie-eye realizzato qualche mese fa insieme a Dana, che include una sua session acustica di circa venti minuti, presso questo link.
- Acquista The Paper Sailboat ep di Dana Falconberry su Itunes
- Ascolta alcune tracce da The Paper Sailboat Ep sul profilo myspace di Dana Falconberry
- Visita il sito ufficiale di Dana Falconberry
Guarda il video di Leave in the middle of the night, registrato dal vivo lo scorso 22 settembre durante il Party dedicato al lancio di The Paper Sailboat Ep presso Epoch ad Austin, TX. Dana Falconberry: voce e chitarra; Michael Longoria: percussioni; Bonnie Whitmore: basso, video recording: Roy Taylor
Leave in the Middle of the Night live
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