A un anno dall’uscita in madre patria per la Flying Nun Records, l’album Form dei Die! Die! Die! arriva in Italia in una esplosione di post punk e noise pop, influenzato da continui rimandi allo shoe-gaze. E’ nella cittadina neozelandese di Dunedin, anno 2003, che i due amici Andrew Wilson (Chitarra e voce) e Michael Prain (batteria) decidono di formare la band, influenzati dalla diffusione capillare di gruppi locali come gli HDU, i Bailterspace ed i Dead C. Dopo il debutto punk minimale, sancito dall’omonimo album registrato a Chicago nel 2005, avviene un cambio di line-up (Lachlan Anderson sostituisce il bassista Henry Oliver) e nel 2007 il gruppo registra Promises, Promises, l’album che li consacra nella sfera internazionale. Arriviamo al 2011, anno in cui la Golden Antenna Records rilascia Form per il mercato europeo; i Die! Die! Die! questa volta vanno ben oltre il noise pop e lo shoe-gaze in una collisione di suoni e generi più disparati. Form è un album dinamico e multiforme, come dimostrano le chitarre dal retrogusto pop e la parte vocale di Lil Ship e i riff distorti del finale della nevrotica garage punk HT. Proseguendo con il ritmo incalzante del singolo We Built Our Own Oppressors l’album sfocia in un nervoso garage punk con Wasted Lands. Non mancano influenze shoe-gaze più pacate, come nell’accompagnamento di Daze , dove a farla da protagonisti sono le chitarre e il martellare della batteria. Se i Die! Die! Die! strizzano l’occhio ai My Bloody Valentine in brani come Frame e Shine Through, è con How Yee e le chitarre noise pop di Casemen che il ritmo aumenta, in una volontaria emulazione dei compari statunitense Wavves. Con Form i Die! Die! Die! aprono le porte al pubblico dell’altro emisfero presentandosi in un gustoso incontro tra shoe-gaze, noise e garage in una collisione di suoni assolutamente da non perdere.